Boom di erogazioni dei crediti alle famiglie nel 2015 e calo dell’importo medio dei mutui. È questa la fotografia scattata da Crif Credit Solutions, (la divisione di CRIF specializzata nella Consulenza, nel Predictive Analytics, nel Risk Management e nei Software Gestionali del credito) che ha analizzato appunto i dati relativi all’importo medio erogato nel corso del 2015, suddiviso in base alle diverse forme di credito al dettaglio, ossia mutui immobiliari, prestiti personali e prestiti finalizzati.
Un’analisi dei flussi di credito che si inquadra in un contesto economico in lieve recupero, favorito da alcuni fattori economici quali:
- calo del prezzo del petrolio;
- favorevole tasso di cambio EUR/USD;
- il livello di liquidità monetaria disponibile determinata dal “quantitative easing” della BCE e il basso livello raggiunto dai tassi di interesse.
Questi ultimi fattori hanno avuto un impatto importante sia sulla domanda, tornata a crescere quasi ai livelli pre-crisi, che sulle condizioni di offerta, divenute certamente più favorevoli.
Importi medi del 2015
In particolare lo scorso anno i prestiti personali hanno registrato importi pari a 12.385 Euro, registrando quindi una crescita del valore medio pari al +13,0%, mentre l’importo medio erogato per i prestiti finalizzati è risultato pari a 4.242 Euro, in una crescita del +5,2%. Trattasi di un indicatore molto importante anche per il settore immobiliare, visto che i prestiti per la ristrutturazione della casa o l’acquisto di mobili rappresentano una fetta consistente dell’erogato.
Sul fronte dei prestiti al consumo – hanno spiegato Giorgio Costantino, Senior Director CRIF Management Consulting, e Daniela Bastianelli, Reserch Officer CRIF Management Consulting, – si assiste una ripresa sia dei prestiti finalizzati sia di quelli personali che, come per i mutui, vengono animati da una forte concorrenza tra gli operatori che promuovono un’offerta più articolata e diversificata con prodotti più flessibili, che prevedono la possibilità di rivedere i termini di pagamento modificando gli importi nel corso della vita del prestito. In sostanza offrendo la possibilità di rimodulare il proprio debito. Infine, questo incremento dei prestiti erogati è anche legato alla ripresa dei consumi di alcuni beni durevoli, testimoniato dall’aumento delle immatricolazioni di auto e moto ma anche di articoli di arredamento”.
Piuttosto diverso il discorso relativo ai mutui ipotecari. Secondo l’analisi di Crif Credit Solution, gli importi medi sono risultati pari a 122.942 Euro, in calo del 3,3% rispetto al 2014. Un dato condizionato da due fattori principali: da una parte il ruolo importante delle surroghe. Trattasi, queste ultime, di strumenti a disposizione di tutti i mutuatari che permettono di poter spostare il mutuo verso un altro istituto che offre condizioni migliori, senza costi aggiuntivi (pratiche notarili, ecc.). Con la surroga è possibile, infatti, modificare il tasso del mutuo e la durata ma non l’importo del debito residuo. Dall’altra, il calo dei prezzi delle case e la tendenza delle banche a concedere finanziamenti che coprono percentuali più basse rispetto al passato del prezzo totale corrisposto per l’immobile, chiamato LTV, (loan to value). In questa particolare circostanza, il soggetto finanziatore copre il 75% del valore dell’immobile, mentre il rimanente 25% viene coperto dal capitale del finanziato. In caso di mancato adempimento delle obbligazioni del soggetto finanziato la banca sa che dalla eventuale vendita dell’immobile pignorato otterrà un ricavo tale da coprire l’intero importo del finanziamento più un margine di sicurezza del 25% sul valore dell’immobile.
“La parziale ripresa delle erogazioni comincia a dare un primo slancio ad un mercato che è rimasto fermo a lungo e a stimolare gli investimenti di lungo termine che famiglie e imprese avevano rimandato negli ultimi anni – hanno concluso gli esperti che hanno curato lo studio -. La spinta per rivitalizzare il segmento retail è stata data anche da condizioni dell’offerta decisamente più favorevoli con tassi su livelli minimi e l’euribor ancora pari a zero, quindi su livelli eccezionalmente bassi che da diversi trimestri continuano ad agevolare i mutui a tasso variabile”.