L’emergere in ambito internazionale di una politica trascinata da spinte populistiche e protezionistiche ha riportato in auge in Italia la nostalgia della lira come moneta, tanto da far auspicare l’uscita dall’euro a larghe fette dell’opinione pubblica: eppure un semplice esempio come il costo del mutuo ci fa capire come mai l’euro è meglio della lira, offrendo vantaggi che forse agli occhi di chi ha sofferto di più la crisi economica in questi anni non appaiono immediati. Per comprendere l’impatto che avrebbe per l’Italia l’uscita dall’euro, che comporterebbe una forte svalutazione della moneta nazionale adottata, è stata realizzata un’analisi compiuta da alcuni autorevoli siti on line, parametrata su dati oggettivi, che evidenzia il peso che avrebbe la vecchia lira sulle famiglie alle prese con la rata mensile del mutuo.
Analisi del Tegm
Gli studiosi hanno percorso una strada diversa rispetto che inoltrarsi in simulazioni complesse e di non facile lettura per l’utente medio su come cambierebbe la rata del prestito con un ritorno alla lira, ovvero una ricerca condotta sulla serie storica dei tassi effettivi globali medi dei mutui stipulati a partire dall’anno 1997, ovvero quando c’era ancora la lira, arrivando fino a oggi, avendo come autorevole fonte direttamente Banca d’Italia. Osservando appunto lo storico dei dati, viene evidenziato che all’inizio delle rilevazioni statistiche il cosiddetto Tegm, ovvero il tasso effettivo globale dei mutui, si attestava intorno al 10,6 per cento: nel corso degli anni seguenti questo dato è inesorabilmente ridisceso, fatti salvi alcuni brevi periodi in cui, davanti al verificarsi di particolari condizioni e contingenze, si è assistito ad un’impennata di questo valore. Arrivando ad anni a noi più vicini, nel luglio 2016 Banca d’Italia registra un tasso del 2,6 per cento per i tassi variabili e del 3,18 per cento per quelli fissi: questo significa che nel passaggio dalla lira all’euro, negli anni Dieci del nuovo millennio il tasso effettivo globale dei mutui è divenuto meno di un terzo del medesimo valore rilevato alla fine degli anni Novanta.
L’euro ha ridotto il costo del mutuo
Qui non siamo più davanti ad ipotesi di calcoli tarati su un eventuale e al momento improbabile ritorno alla lira, ma all’andamento storico del costo del mutuo, che si è via via ridotto nel corso del nuovo millennio, con l’ingresso della moneta unica europea: parliamo di una una diminuzione netta dei costi pari a meno 70 per cento rispetto agli anni della lira. Un livello dei costi sotto il 3 per cento per i mutui a tasso variabile e poco sopra il 3 per cento per quelli a tasso fisso non ha precedenti e riscontri rispetto alla media dei tassi prima dell’adozione dell’euro, e questo è un dato oggettivo incontrovertibile, al netto di tutte le problematiche e le criticità che famiglie e consumatori possono aver riscontrato dopo l’abbandono della lira. D’altro canto analoghe diminuzioni sono state stata registrate anche in altri settori, in virtù anche della contemporanea discesa del tasso d’inflazione, ma anche per la frenata generale dei consumi.
Comprare casa è conveniente?
Alla domanda se comprare casa oggi è conveniente, la risposta è senza dubbio sì, che si tratti di un finanziamento classico, del leasing abitativo o di altre soluzioni alternative al mutuo. Certo si potrebbe obiettare che se in questi 20 anni è diminuito il costo del mutuo, dall’altro lato sono lievitati i costi degli immobili, in alcuni casi anche raddoppiati: in realtà il fenomeno è più complesso, la crisi del mercato e le difficoltà conseguenti hanno indotto anche ad arginare l’aumento del costo delle case, ed oggi chi ha la possibilità di accedere ad un mutuo non dovrebbe farsi scappare l’occasione, restando vittima della paura non sempre motivata che l’euro abbia reso tutto più caro e insostenibile.