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Guida al calcolo della cessione del quinto

Tra le operazioni di credito più utilizzate in Italia vi è senza dubbio la “cessione del quinto”, ossia la cessione in garanzia della quinta parte del proprio stipendio per far fronte ad esigenze economico-finanziarie immediate e non raggiungibili mediante le proprie liquidità. A tutti gli effetti giuridici questo tipo di operazione è un finanziamento vero e proprio, con la differenza sostanziale che sarà il datore di lavoro a pagare le quote di rimborso direttamente dal netto in busta paga. A grandi linee il lavoratore non deve preoccuparsi di “pagare” le rate del finanziamento, poiché queste saranno trattenute dal datore di lavoro, che le preleva dallo stipendio per versarle all’Istituto di Credito (o comunque gli aventi diritto).

Quali sono i vantaggi che derivano dalla cessione del quinto?

Uno dei grandi vantaggi di questo istituto finanziario è la flessibilità nelle valutazioni tecniche da parte di chi eroga un finanziamento nei confronti di colui che lo richiede, prima tra tutti l’ammissibilità della richiesta. A parte quindi le garanzie di solvibilità che trovano ampio sostegno nella certezza di una retribuzione, un altro vantaggio della cessione del quinto può essere riscontrata nel valore del finanziamento ottenuto, strettamente correlato all’anzianità e alla retribuzione del richiedente. Tanto più lo stipendio è alto e l’anzianità è consolidata, tanto più alte sono le prospettive di un finanziamento con importi superiori. Un altro aspetto interessante che non può essere sottovalutato è la ciclicità certa (l’automaticità) del rimborso che fornisce un minimo di garanzia da parte del debitore con una storia creditizia zoppicante.

Quali categorie di persone possono usufruire della cessione del quinto?

Molti possono accedere al credito grazie alla cessione del quinto, ma non tutti. Occorre subito stratificare chi può godere di questo beneficio. Prima di tutto è necessario percepire uno stipendio fisso ed avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, se la persona è ancora abile al lavoro, o in assenza di questi requisiti è necessario godere della pensione. I dipendenti pubblici o statali, naturalmente hanno maggiori garanzie di solvibilità e rappresentano sicuramente il bacino di maggior interesse da parte degli Istituti di Credito. Circa l’ammissibilità per i dipendenti del settore privato, va chiarito che la cessione del quinto è subordinata anche ai requisiti del datore di lavoro, per il quale si valutano parametri che possono essere ad esempio: numero dei dipendenti, stato patrimoniale, rischio di fallimento, valore del capitale sociale. Chi eroga un servizio di finanziamento a fronte della cessione del quinto di solito ricorre anche a coperture assicurative e pertanto le compagnie valutano attentamente i parametri oggettivi sia del lavoratore sia del datore di lavoro.

Quali documenti sono necessari per ottenere una cessione del quinto?

Di norma l’istituto di credito che eroga un prestito a fronte della cessione del quinto richiede i documenti in base ad una valutazione preliminare in cui hanno un ruolo chiave il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, la solvibilità dell’uno e dell’altro, la tipologia della richiesta, l’importo richiesto dal potenziale debitore, le garanzie fornite dal datore di lavoro. Senza dubbio a parte i documenti anagrafici ed il codice fiscale, il richiedente deve come minimo fornire una documentazione reddituale di dimostrare la sua capacità di contrarre ed onorare la restituzione della richiesta di finanziamento. In linea di massima occorre avere a portata di mano:

  • – Ultima busta paga, conforme od originale, emessa dal datore dalla quale si evincono in modo trasparente anzianità e/o scatti; importo della retribuzione; tipo di contratto in essere; dati del datore di lavoro.
  • – Liberatoria del datore di lavoro con cui s’impegna a garantire puntualità nei pagamenti;

Oltre questi documenti, possono esserne richiesti altri strettamente correlati al valore dell’importo da erogare, quali garanzie suppletive al soddisfacimento del credito.

Quali elementi devo valutare prima di sottoscrivere un contratto di cessione del quinto?

Appare scontato eppure, molti debitori, pur di vedersi accordato immediatamente il credito sottoscrivono, seppur in totale fiducia, contratti che non offrono vantaggi di ricaduta se non il finanziamento in sè. E’ opportuno valutare attentamente ogni tipo di contratto, i punti da prendere in esame sono:

  • – L’esistenza e il valore delle spese relative alla procedura di finanziamento, che di solito sono chiamate spese d’istruttoria. Queste spese di norma sono trattenute dal finanziamento non appena erogato.
  • – Spese di commissione: l’istituto di credito applicate delle commissioni bancarie che naturalmente hanno un costo, che dovrebbe essere valutato ai fini di una corretta espressione del netto ricevuto.
  • – Tasso annuo nominale, detto semplicemente TAN, che consiste nell’interesse applicato all’importo lordo. Esso è annuale ed è considerato in percentuale sull’importo. Il TAN non comprende gli oneri accessori.
  • – Tasso annuo effettivo globale, noto anche come TAEG, ed è in sostanza la percentuale calcolata su base annuale su tutto l’intero importo del finanziamento. A differenza del TAN, quindi, questo importo comprende spese di oneri ed accessori al finanziamento lordo (quali per esempio l’istruttoria, le commissioni, ecc…), ad esclusione di solito delle spese relative alle assicurazioni (in quest’ultimo caso è lasciata ampia discrezione all’istituto erogante).

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