I social bond non sono altro che delle obbligazioni tradizionali volte al sostentamento di iniziative nonprofit promosse da organizzazioni e realtà del sociale che affrontano la riduzione di interventi da parte della Pubblica Amministrazione e la carenza delle donazioni da parte dei privati. Il meccanismo è simile a quello dei bond tradizionali:
- hanno un limite predefinito per il rimborso del capitale;
- prevedono un pagamento periodico degli interessi (di solito trimestrale);
- tasso variabile più spread a copertura del rischio e delle spese;
- tasso fisso.
Negli ultimi anni è cresciuto molto il mercato dei prestiti obbligazionari a sfondo sociale, forse proprio grazie al periodo di crisi che ha fatto in modo che gli attori sociali trovassero nuovi mezzi e strumenti finanziari che potessero sostenere le loro attività ad impatto sociale.
Dal modello anglosassone
Di fronte alle difficoltà riscontrate dalle ONP, si cercano quindi nuove strade da percorrere. Ecco che il social bond diviene l’adattamento alla nostra realtà del social impact bond anglosassone. In questo contesto la matrice del social impact bond è un ente pubblico il cui obiettivo è la realizzazione di un piano in grado di originare risparmi per la comunità. Individuati gli investitori che sono interessati a sottoscrivere le obbligazioni da parte dell’intermediario finanziario, questo collega i rendimenti delle obbligazioni al raggiungimento dei risultati sociali previsti. Così, ad esempio, se non vi è stata alcuna riduzione della recidiva da parte dei detenuti, non vi sarà alcun rendimento. Nel contesto italiano, invece, prevale una cultura banco-centrica. Quindi il nostro social bond è un prestito obbligazionario emesso dalla banca; il rendimento di questo è sempre garantito e non è in alcun modo legato al successo o meno degli obiettivi sociali che ci si era preposti. In questo caso, ovviamente, il sottoscrittore è a conoscenza del fatto che una parte della cifra raccolta dalla banca andrà donata a titolo gratuito ad una realtà del sociale oppure andrà a fare parte di un plafond di prestiti per il Terzo Settore.
Alcuni casi italiani
Secondo i dati raccolti da Fondazione Sodalitas, nel 2013 sono tre gli istituti che hanno introdotto i social bond tra gli strumenti finanziari:
- UBI Banca, di cui parleremo più approfonditamente;
- Banca Etica, con due bond emessi nel 2012 per il valore di 18 milioni di euro;
- Banca Alpi Marittime, con obbligazioni sociali da 50 milioni di euro.
Da qui il mercato delle obbligazioni a sfondo sociale si è evoluto e la stessa Intesa Sanpaolo ha emesso, a dicembre 2013, un social bond pari a 50 milioni di euro volti a finanziare, attraverso Banca Prossima, realtà del nonprofit laico e religioso.
- realtà significative nel territorio di riferimento; - buona capaità di coinvolgimento degli stakeholders; - realtà che si distinuguono per efficenza e forte impatto sociale. |
Il caso UBI Banca
UBI Banca utilizza due tipologie di social bond. Il primo, detto anche grant based, prevede l’ attribuzione ad associazioni, fondazioni, università, ospedali o altre realtà a valenza sociale, di una parte dell’importo collocato attraverso i prestiti obbligazionari, di solito pari allo 0,5% del raccolto complessivo. Alla base del social bond vi è un apporto di fiducia tra l’ONP coinvolta e le filiali bancarie. Dalla sua, l’organizzazione deve avere una specifica importanza territoriale, distinguendosi per impatto sociale, con una buona capacità di coinvolgimento degli stakeholders. Le organizzazioni, infatti, nonostante non interagiscono direttamente con i finanziatori, devono comunque godere della loro fiducia. Esempio di questo tipo è “UBI Comunità per la Fondazione Umberto Veronesi”. Il secondo tipo di social bond prevede, invece, che tutto l’ammontare raccolto venga utilizzato per finanziare attività di imprenditoria sociale. Questa tipologia è detta loan based e rende possibile creare dei plafond destinati all’erogazione di finanziamenti a medio-lungo termine a condizioni vantaggiose per cooperative sociali o imprese.Esempio di questo secondo intervento è “UBI Comunità per l’imprenditorialità sociale di CGM”.
Possiamo quindi chiudere definendo i social bond come un importante strumento finanziario che, nonostante non si discosti molto dai bond tradizionali, hanno il potere di generare un impatto non ancora misurato.