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Brexit: Scenari possibili per l’Europa e futuro del sogno Europeo

L’uscita della Gran Bretagna dall’ Unione Europa ha lasciato interdetti molti degli Stati membri che ne fanno parte. L’entità di un simile evento pone a burocrati, politici e comuni cittadini tutta una serie di domande riguardanti il futuro dell’Unione stessa e le possibili ripercussioni sulla stabilità economica delle Nazioni che oggi fanno parte dell’Unione Europea.

Scenari futuri possibili per l’Europa

Attualmente gli scenari futuri per l’Europa paiono poter prendere  due sole  possibili direzioni. La prima, a nostro parere più ragionevole, implicherebbe un’analisi approfondita delle plausibili motivazioni che hanno spinto la Gran Bretagna ad un tale gesto di dissenso. Sul piano legislativo  ciò comporterebbe la modifica di alcune dinamiche socio economiche (probabilmente viziate da una burocrazia di stampo eccessivamente dirigista), a favore di una maggiore cooperazione tra le Nazioni, di un continuo scambio inter-culturale, nel pieno rispetto della libertà di ciascuno Stato.

Il secondo scenario , meno auspicabile, sarebbe quello di mantenere lo stesso status quo, considerando la brexit un’eclatante quanto isolata eccezione. La conseguenza potrebbe essere quella che a lasciare l’Unione, non sia solo la Gran Bretagna ma anche altre Nazioni, compromettendo inevitabilmente il sogno di un’ Europa Unita, secondo l’originario progetto dei Padri fondatori(tra cui l’Italia che è stata una protagonista fondamentale).

Effetti nel breve  e lungo periodo :cosa cambia per L’Europa

Nel breve periodo, a parte le oscillazioni della Borsa, non ci dovrebbero essere pesanti conseguenze per i cittadini europei. Il processo di Brexit impiegherà del tempo ( si calcola un minimo di 24 mesi) per essere reso effettivo. Saranno necessarie trattative con gli organi Europei  per concordare tempi e modi di attuazione. La strada comunque è tracciata, e questo consentirà ai mercati di abituarsi al cambiamento. Per i cittadini, al di là dei catastrofismi paventati da molti, non ci saranno variazioni sostanziali e si avrà  il tempo necessario per metabolizzare la nuova situazione.

Nel lungo periodo si sentiranno gli effetti maggiori. Se a prevalere sarà lo scenario di dell’uscita anche di altre Nazioni potrebbero sorgere nuovi problemi. L’esempio più lampante riguarderebbe l’avvio di eventuali politiche commerciali protezionistiche.Scelte economiche, queste, volte a ostacolare le importazioni dall’estero e la concorrenza tra le industrie internazionali per tutelare le attività economiche del proprio Paese. Tali politiche non farebbero altro che distorcere i mercati ed i prezzi, minando uno dei veri sogni europei, ovvero l’esistenza di un mercato unico.

Onde evitare falsi allarmismi, ricordiamo che le crisi economiche così come le crescite, sono cicliche, pertanto si riuscirà a reagire ancora come accaduto in passato e come, presumibilmente, avverrà in futuro.

Il fattore più importante è che si comprendano le vere cause che hanno portato a un simile stato di cose. Evitare “l’effetto domino” della fuoriuscita di altre nazioni, è ancora certamente possibile ma bisogna prendere consapevolezza dei limiti di certe dinamiche socio-economiche. Cercare di abbandonare gli individualismi nazionalisti e iniziare a pensare coralmente al concetto di Unione. Non più un insieme di singoli Paesi, ma più Paesi che cooperano insieme, in un unico sistema unitario. Se tutto ciò avverrà ci sarà ancora tempo per creare la ‘Vera’ Europa auspicata dai Padri fondatori. Abbiamo l’occasione di renderci protagonisti di una nuova fase di crescita per l’Europa, per noi e, soprattutto, per le generazioni future.

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