I nuovi dati Abi non sembrano poter far stare felici e gioiosi, i dati che comprendono la fine del mese di maggio, portano sofferenze al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse pari a 85 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto al mese precedente. Per rendere ancor più chiara l’idea poniamo mettiamo alla luce il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali che è stato del 4,72%, il valore dello stesso rapporto è aumentato sullo scorso anno dell’1,8%.
L’Abi si rende conto che la situazione è critica anche sui prestiti e finanziamenti. Il primo dato importante è che a giugno il volume dell’erogato supera quello della raccolta da clientela: 1.825,9 miliardi di euro contro 1.669,3 miliardi di euro. Sempre nell’arco del mese di giugno, il valore dei finanziamenti alle famiglie, alle imprese e alla pubblica amministrazione cresce rispetto al mese di maggio dello 0,3% e ripristina sui valori come nel mese di aprile 2012, con un flebile -0,04% nei confronti di giugno 2015, valore sicuramente molto positivo se confrontato al mese di novembre 2013, quando in piena crisi aveva segnato -4,5%.
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