Banca Popolare di Vicenza: molti contraenti hanno bloccato piccole somme, altri cifre a più zeri presso questo istituto; ora si ritrovano con tutti i loro averi congelati.
Con un’ulteriore beffa: disporre di capitale inaccessibile e dover pagare anche gli interessi sul capitale medesimo.
Stiamo parlando della Banca Popolare di Vicenza, istituto di credito recentemente oggetto di attenzioni nel campo della cronaca finanziaria, a causa di un grave episodio di estorsione ai danni dei propri correntisti.
L’istituto è infatti, proprio nel corso di queste settimane, oggetto di indagine, dopo che alcuni suoi dipendenti avrebbero esposto un vincolo alla clientela: acquistare le azioni – poi prontamente crollate – dell’istituto stesso, paventando la revoca di mutui e prestiti.
Sono infatti, ad oggi, una trentina i funzionari e i direttori di filiale inquisiti con accuse di truffa ed estorsione a detrimento di piccoli e grandi correntisti.
Episodi a danno dei correntisti della Banca Popolare di Vicenza
Data l’estrema gravità dell’episodio, sono stati tantissimi i correntisti e gli azionisti che si sono rivolti all’Ufficio di Polizia, esponendo e denunciando questo meccanismo frodatorio: clienti privati che disponevano di piccole cifre, ma anche grandi imprenditori ed artigiani.
Troppe le persone che si sono trovate stritolate nel vincolo all’acquisto di – fallimentari – azioni promosse, anzi letteralmente imposte – dalla propria banca; azioni il cui valore è poi puntualmente crollato, con conseguente perdita di capitale per gli azionisti.
Non si voglia però che l’indagine si limiti a perseguire i materiali esecutori: bisogna infatti sondare questo meccanismo frodatorio in maniera da risalire a chi ha reali implicazioni a livello macroscopico: accertare dunque le gravi responsabilità di funzionari bancari e capi area.