Con la crisi che attanaglia tantissimi italiani, il prestito è spesso l’unica via per poter fronteggiare una spesa imprevista o necessaria o per poter saldare un debito impellente. Entrare in possesso di una certa somma di denaro diventa a volte difficilissimo, se non impossibile, soprattutto quando non si è in grado di offrire delle garanzie e di soddisfare certi requisiti. Gli istituti di credito vogliono un certo margine di sicurezza che la somma possa essere restituita. Cosa fare, quindi, se non si ha uno stipendio fisso, una busta paga da presentare e non si può mostrare un garante? Ci sono delle soluzioni che possono giungere in soccorso. Vediamone qualcuna.
Contenuti
- 1 Prestiti garantiti da enti
- 2 Prestito senza busta paga e garante e senza altre garanzie: il prestito d’onore per lo studente.
- 3 Prestito senza busta paga e senza garante, ma con garanzie: le cambiali,pregno e altre forme
- 4 Prestito tra privati e su pegno
- 5 Senza busta paga e garante? C’è la Posta
- 6 Attenzione alle truffe
Prestiti garantiti da enti
Esiste la possibilità di avere in prestito una discreta somma anche senza avere busta paga o un reddito dimostrabile. Grazie, infatti, alla comunità europea è possibile accedere al cosiddetto microcredito, la cui somma prestata generalmente non supera i 25 mila euro e sono previste delle agevolazioni. Il riconoscimento del ruolo importante svolto, ha portato l’UE a stanziare dei fondi alle Regioni soprattutto a partire dal 2015. Di conseguenza la richiesta del finanziamento può arrivare, a seconda del caso, ad un massimo di 25 mila euro se ha una finalità produttiva e di 10 mila se ha scopo sociale. A fare da “garante” è proprio il fondo stanziato dalle regioni.
Se si soddisfano i requisiti richiesti, la domanda può essere inoltrata da tutti: giovani, donne, disoccupati, chi vuole avviare un’attività, ecc. Tutte le informazioni utili possono essere reperite nelle banche convenzionate e all’ufficio competente presso la propria Regione.
Prestito senza busta paga e garante e senza altre garanzie: il prestito d’onore per lo studente.
Simile al meccanismo del microcredito, il fondo concesso agli studenti pone come garante l’ateneo convenzionato o comunque un altro fondo stanziato per esso. L’universitario iscritto e meritevole può ricevere una discreta somma con la quale sostenere i propri studi e le diverse necessità legate alla vita accademica.
Le banche, d’altra parte, hanno puntato sul fatto che gli studenti di oggi potrebbero essere futuri referenti domani. Se ben formati potrebbero ampliare il proprio organico. Per tale ragione è stata ampliata l’offerta delle forme di prestito e creato quello conosciuto come “prestito d’onore”, dove l’assenza delle garanzie personali del richiedente viene colmata dai fondi di garanzia statali o regionali.
Con questa formula, il giovane può concentrarsi sugli studi e pensare al rimborso quando avrà avviato la sua attività lavorativa. Infatti, a volte si tratta anche di somme considerevoli, i cui piani di rimborso possono oscillare dai 6 ai 36 mesi .
Prestito senza busta paga e senza garante, ma con garanzie: le cambiali,pregno e altre forme
È possibile ottenere un prestito senza avere né la busta paga né l’assistenza di un garante, ma avendo comunque altri redditi dimostrabili. Ci sono banche che accettano anche redditi non dimostrabili per vie ufficiali, ma che fanno affidamento a un potenziale finanziato con l’applicazione di percentuali di riconoscimento basse (al di sotto del 40%-50% delle somme non dimostrabili). Esempi di questi prestiti (senza reddito dimostrabile) possono essere:
- il prestito con pegno (con garanzia su beni di valore)
- i prestiti cambializzati (con cambiale o tratta)
- i prestiti con garanzia ipotecaria
Prestito tra privati e su pegno
Se non vi sono enti che possono fare da “garante”, si può ricorrere ad un prestito tra privati. In quest’ambito vi sono molte opzioni. Restando sempre nella legalità, si va dal crowfunding al social lending o alla stipula di un contratto di finanziamento (con o senza interessi).
Per quanto riguarda il crowfunding e il social lending basta presentare un buon progetto che venga considerato valido da un punto di vista sociale, produttivo, innovativo. A fare da volano è il web.
Per quanto riguarda i contratti di finanziamento, se non si può offrire alcuna garanzia, spesso si fa uso delle cambiali a meno che il prestito non avvenga tra “familiari”.
Nel caso di cambiali si può ricorrere anche alle banche o a una finanziaria poiché ne prevedono l’erogazione attraverso la stipula di un contratto specifico. Vengono, in pratica, rilasciate tante cambiali quante sono le rate e ognuna di essa viene stracciata ad ogni rimborso. Naturalmente è necessario cercare la banca ne preveda l’impiego.
Altra opzione è il prestito su pegno. In un passato non molto distante, erano i banchi del pegno o i monti di pietà che prevedevano questa forma di credito. Oggi sono entrate in scena anche le banche. In quest’ultimo caso l’oggetto di valore viene offerto in garanzia alla banca, che provvede a farlo valutare da esperti. Una volta stimato il valore commerciale viene corrisposto l’importo del finanziamento e i tassi di interesse. La somma erogata è pari alla percentuale indicata nel contratto stipulato. I costi sono fissi per tutta la sua durata. L’accettazione di prestiti avviene dopo la presentazione della certificazione del bene e dopo la stima effettuata da un perito, l’Istituto bancario rilascia la “Polizza al portatore” che consente il riscatto del bene impegnato da parte del portatore. Solitamente la durata del prestito va da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 1 anno.
Sono soltanto 50 gli Istituti di credito riconosciuti e aderenti all’Associazione Italiana degli Istituti di Credito su Pegno. Tra gli Istituti regolamentari risultano Unicredit, Gruppo Banca Carige, Biverbanca.
L’Unicredit è tra le banche che ha il maggior numero di strutture organizzate per la custodia dei beni dati in garanzia. I prestiti vanno da 3 mesi ad 1 anno con spese di custodia variabili pari allo 0,80%.
Il Gruppo Banca Carige varia il prestito in base al suo ammontare e gli interessi vanno dal 4% al 10%, per una durata di 4 o 6 mesi.
Biverbanca offre il prestito un prestito la cui durata è di 6 mesi rinnovabili per due volte massimo. Il tasso di interesse si attesta tra l’8,50% e il 9%.
L’elenco completo degli istituti di credito è consultabile sul sito di Assopegni oppure si può telefonare allo 06.54451.
Il crowdfunding
Il termine crowdfunding, unione di crowd (folla) e funding (finanziamento), sintetizza il concetto di “raccolta di fondi digitale”. In sintesi si impiega internet per la raccolta di capitale da gruppi di persone che condividono interessi e progetti comuni. Per cui vi è uno scambio di informazioni (idee e progetti) e di capitale (fondi) impiegando i mezzi che sono propri di un ambiente virtuale quale è internet come i social media e i social network.
Con al difficoltà di reperimento dei fondi da parte delle PMI si è sviluppato un modello detto equity crowdfunding che prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio per ottenere quote di partecipazione nella società. In Italia ha avuto un forte impulso soprattutto dopo la pubblicazione della normativa sull’equity crowfunding che permette alle stat-up di raccogliere fondi attraverso le piattaforme del crowfunding registrate presso un registro Consob in modo da tutelare sia l’investitore che l’imprenditore. L’Italia, nonostante vi siano state delle critiche sull’eccessiva regolamentazione, è stato il primo stato Europeo ad adottare una normativa per questo settore.
Il social lending o prestito tra privati è un fenomeno che si sta diffondendo anche a causa della difficoltà sempre maggiore nell’erogazione di prestiti alle famiglie. Con i tassi di interesse più bassi e la possibilità di ottenere un credito in modo veloce e sicuro, sempre più persone si affidano al social lending, cioè ad un sistema di finanziamento dove i privati fanno dei prestiti incontrandosi in rete. Tutto avviene sotto il monitoraggio di piattaforme autorizzate dalla Banca d’Italia. Avvenendo su specifici siti web di aziende si evitano i tradizionali canali come le banche e le società finanziarie. Tra le piattaforma autorizzate da Bankitalia vi sono Smartika e Prestiamoci.
Senza busta paga e garante? C’è la Posta
Tra le ultime novità in fatto di finanziamenti è la Specialcash Postepay delle Poste Italiane in collaborazione con Compass. È usufruibile da coloro che non hanno un conto corrente né una busta paga. I requisiti richiesti sono minimi: essere titolari di una carta ricaricabile Postepay o MyPostepay. Può essere, inoltre richiesto anche dagli stranieri (con regolare permesso di soggiorno).
La Specialcash consente di ottenere una somma fino a 1500 euro da poter rimborsare in 24 rate da 71,50 euro.
Caratteristiche, vantaggi e svantaggi
Il finanziamento prevede tre importi e di conseguenza tre diversi piani di rimborso:
- 750 euro con rimborso in 25 mesi
- 1000 euro con rimborso in 20 mesi
- 1500 euro con rimborso in 24 mesi
Sebbene non ci sia la possibilità di personalizzare le restituzione e il finanziamento non risulti flessibile, da un altro lato è subito chiaro l’importo che si va a pagare e la durata del piano di indennizzo. Infatti ogni quota è fissa e ingloba una parte di interessi anch’essi fissi:
- taglio da 730 euro: 4,5 euro di interessi
- taglio da 1000 euro: 6 euro di interessi
- taglio da 1500 euro: 9 euro di interessi
sia l’importo del finanziamento che il pagamento delle rate viene realizzato tramite postepay. In questo modo è abbastanza facile ottenere un prestito.
I vantaggi risiedono quindi in un semplice finanziamento anche per coloro che non hanno grandi garanzie, nell’avere una piccola somma da poter restituire in rate fisse e di poterlo fare in un tempo breve.
Lo svantaggio è un tasso di interesse mediamente più alto rispetto ai prestiti personali, sebbene il piano di ammortamento faccia credere il contrario.
Attenzione alle truffe
Ci sono diverse strade da percorrere per avere un prestito senza busta paga. Tuttavia è bene prestare molta attenzione al contratto che si va a stipulare. Spesso c’è chi sfrutta la necessità di avere una somma e la difficoltà nell’ottenerla senza garanzie. Infatti, in certe situazioni c’è chi è disposto a chiudere un occhio di fronte a condizioni pregiudizievoli, come ad esempio un tasso di interesse maggiore rispetto alla media. L’esigenza può far cadere in truffe pericolose, per cui è sempre essere accordi quando si seguono vie diverse.
Le linee guida da seguire sono semplici e fanno riferimento al buon senso. Ad esempio è bene diffidare dalle offerte troppo facili e convenienti. È meglio chiedere e pretendere la massima trasparenza. Chiedere sempre un preventivo scritto, consultare i prospetti informativi e le condizioni di contratto. Cercare di avere più preventivi e fare le opportune comparazioni tra i concorrenti. Prestare attenzione ai tassi di interesse. È vero che i prestiti senza busta paga prevedono tassi di interesse più alti rispetto alla media di mercato, ma ci sono dei limiti. È sempre buona norma, quindi, accertarsi che la maggiorazione non sia tale da cadere nell’usura. In aiuto viene il sito della Banca d’Italia dove è possibile consultare le soglie di riferimento e capire se i tassi che si stanno applicando rientrano in una soglia “accettabile” o sono sfociati nell’usura.
Fonti: zona prestiti / prestiti SBP / prestiamoci / sos tariffe