I primi dati del 2016 ci danno conferma che quello della disoccupazione giovanile è un fenomeno ancora particolarmente ancorato nel nostro Paese.
Sulla base di questo dato stanno dunque nascendo, da parte degli istituti di credito, alcune tipologie di finanziamento, volte a tamponare questo fenomeno.
Le formule indirizzate ai disoccupati e, più in generale, alle categorie lavorative senza busta paga sono sì possibili, ma ancora poche società finanziarie sono disposte a offrirvi accesso.
In linea generale, rispetto a pochi anni fa, vi sono maggiori soluzioni ma sono diventate più rigorose le condizioni di accesso al credito: la crisi ha infatti esposto il mutuatario a potenziali situazioni di insolvenza in caso di mutui e prestiti.
Le mutate condizioni di lavoro hanno portato molti a riscontrare grosse difficoltà nell’ottenere un prestito finanziario.
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Le linee guida
Diciamo che sono in vigore da qualche tempo alcune formule di prestito, ma queste sono ancorate ad alcuni – severi – capisaldi:
- E’ fondamentale presentare un garante; nonostante questo, è difficile avere credibilità agli occhi dell’ente bancario, quando ci si presenta come potenziali cattivi pagatori.
In linea generale, più alto è il profilo di rischio del contraente, maggior garanzia le banche richiedono. - Il tetto del prestito, giocoforza, è contenuto: gli istituti di credito e le banche non sono disposte a rischiare a beneficio di chi ha un elevato profilo di rischio, motivato alla mancanza di entrate regolari.
Prestito personale senza busta paga
La formula di credito concessa dall’istituto così denominata è indirizzata a chi non dispone di una busta paga e, conseguentemente, di entrate economiche regolari.
Lo stesso discorso è valido per i soggetti protestati e i cattivi pagatori: un prestito senza busta paga è un iter ancora più cavilloso, rispetto a chi si trova in una “normale“ situazione di discontinuità economica.
Le novità sui prestiti senza lavoro continuativo
Considerate le premesse riportate, vediamo nello specifico quali tipologie di garanzia l’istituto bancario può sollecitare:
- Garanzie personali, come una fidejussione: il garante, in caso di mancati pagamenti da parte del debitore principale, è tenuto a rispondere in prima persona con la proprietà o il credito.
- Ipoteca su un immobile: in caso di mancato rimborso del prestito concesso, l’istituto può rivalersi direttamente sula proprietà, pignorandola.
In tal caso l’immobile viene venduto: l’ente bancario incassa la somma cui ha diritto, mentre la rimanente liquidità viene versata all’oramai ex proprietario.
Le soluzioni di BancoPosta per i disoccupati con garanzia
E’ da poco in vigore, sul mercato finanziario, SpecialCash di Postepay, una formula che permette ai disoccupati (con garanzia) di avere accesso a piccoli prestiti finanziari.
Questa proposta si articola in tre piani finanziari, modulabili in funzione alle esigenze del cliente; le fasce finanziarie sono altrettante:
- una prima fascia di prestito, pari a 750 euro,
- una seconda fascia di prestito di 1.000 euro,
- una terza ed ultima fascia di prestito, corrispondente a 1.500 euro, massima cifra consentita.
SpacialCash di Postepay non è certo di una formula di prestito rivolta a famiglie con difficoltà finanziarie, ma è una buona soluzione per il giovane disoccupato che, previa garanzia familiare, sarà in grado di finanziare i propri interessi e le proprie attività nel breve termine.
Considerazioni e valutazioni
Non giriamoci troppo intorno: non disporre di una busta paga fa decadere la garanzia pilastro richiesta dall‘istituto di credito. Per concedere un finanziamento la banca richiede un reddito che giustifichi il sostenere la rata mensile.
Nonostante ciò, se il contraente, una volta accertatosi di non figurare nel registro dei cattivi pagatori, fornisce alla banca quante più garanzie possibili – mediante la proprietà o con l’intercessione di un garante – e richiede somme finanziarie contenute, ha probabilità di accesso al prestito.