Può capitare di dover firmare una cambiale, cioè un documento che impegna chi la sottoscrive a corrispondere una cifra di denaro in maniera posticipata ad un debitore. Ma cosa succede nel momento in cui ci si trova purtroppo a non riuscire ad onorare questo titolo di credito? Quando una cambiale viene definita protestata e quali sono le conseguenze?
Innanzitutto è bene sapere che ci sono tre diversi titoli di credito che si possono usare per effettuare pagamenti: la cambiale, che contiene un ordine di pagamento; il vaglia, che invece riporta una promessa di pagamento; e infine l’assegno bancario circolare o postale, che è semplicemente un mezzo di pagamento.
Ognuno di questi titoli di credito, nel caso in cui non vengano onorati, danno luogo ad un protesto, cioè ad un atto pubblico con cui l’Ufficiale Giudiziario constata il mancato pagamento della somma dovuta.
Protesto di una cambiale, i termini e le tempistiche
Per quanto riguarda le cambiali, le tempistiche per il protesto sono diverse a seconda del tipo di cambiale preso in esame. Nel caso delle cambiali a vista, infatti, il protesto deve essere effettuato nel giro di un anno dalla sua data di emissione, mentre se si tratta di una cambiale a data certa il protesto deve essere fatto nei giorni successivi alla scadenza. Successivamente il protesto viene trasmesso al Presidente della Camera di Commercio competente ( in genere questo avviene il primo del mese), mentre la pubblicazione nell’Elenco Ufficiale dei Protesti avviene nei dieci giorni seguenti.
Cambiale protestata, cosa succede?
Il protesto è un’azione grave, che di fatto esclude il debitore dalla vita economica: non avrà infatti accesso a nessun tipo di credito presso gli istituti finanziari (se non a condizioni molto onerose), gli sarà difficile aprire un nuovo conto corrente in quanto ritenuto un soggetto finanziariamente poco affidabile e non potrà accedere a bancomat e carte di credito.
Le conseguenze di un protesto non riguardano solamente il debitore, ma anche l’eventuale garante che ha avallato il credito, che risulta ugualmente obbligato e che quindi potrà essere segnalato come protestato negli elenchi di segnalazione al pubblico e agli istituti di credito.
Non è tutto: la cambiale è un titolo esecutivo, quindi in caso di mancato pagamento il creditore può intraprendere un’azione di pignoramento, che in questo caso non ha bisogno della sentenza di un giudice.
Come rimediare in caso di protesto di una cambiale
E’ possibile porre rimedio al protesto di una cambiale? Per fortuna, a determinate condizioni, è possibile cancellare il protesto. Se la cambiale o il vaglia cambiario vengono pagati dal debitore entro un anno dal protesto è possibile richiedere la cancellazione inviando una richiesta formale al Registro dei Protesti della Camera di Commercio della zona, ovviamente fornendo la prova dell’avvenuto pagamento. Se la cambiale viene invece pagata oltre un anno dopo il protesto si può ottenere la cancellazione, ma sono dopo aver ottenuto un provvedimento di riabilitazione presso il Presidente del Tribunale della propria provincia.
E se invece proprio non si riesce ad onorare la cambiale? L’inaffidabilità nel restituire un prestito determina la qualifica di cattivo pagatore e la segnalazione del nominativo del debitore in una apposita lista, con tutte le conseguenze che abbiamo già visto, oltre all’azione esecutiva tramite la quale verranno pignorati i beni del debitore.
E’ bene sapere, inoltre, che il protesto di una cambiale può essere levato anche nel caso in cui il debitore abbia provveduto a pagare parzialmente la cifra dovuta, anche se in questo caso il protesto riguarderà solamente la parte di debito che non è stata pagata, a cui saranno applicati gli interessi legali.