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Prestito ipotecario: guida completa

In questo articolo vi spiegheremo come funziona il prestito ipotecario, una soluzione che rientra tra i prestiti personali, pur presentando una caratteristica peculiare, vale a dire la necessità di porre un’ipoteca su un bene o su immobile, per poter effettuare la richiesta. Esso può rientrare in tre categorie: prestito vitalizio, mutuo casa mutuo liquidità: vediamo con precisione in cosa consistono.

Facciamo un piccolo passo indietro: i prestiti personali sono quei finanziamenti che lasciano la piena libertà al cliente nell’investimento del denaro ottenuto, a differenza di prestiti finalizzati che, al contrario, risultano strettamente legati all’acquisto di un determinato bene o immobile, come ad esempio le finanziarie per l’acquisto di automobili o elettrodomestici, o il classico mutuo per la casa.

Ottenere un prestito personale è ben più difficile, rispetto ai prestiti finalizzati, poiché, in mancanza di certezze su come il cliente impiegherà la somma ricevuta, le banche corrono il rischio che questi sperperi il denaro e non ripaghi quanto pattuito, e non resterebbe alcun bene su cui rivalersi in caso di insolvenza. Per tale ragione, per i prestiti personali vengono richieste, solitamente, garanzie più strette, come un contratto a tempo indeterminato o la presenza di un parente che faccia da garante o fideiussore: una soluzione, per accedere più facilmente ai finanziamenti, è optare per il prestito ipotecario, che comporta parecchi benefici, ma anche qualche svantaggio.

Cos’è il prestito ipotecario?

Come dicevamo, il prestito ipotecario è un pacchetto che necessita l’ipoteca di un bene o di un immobile per inoltrare la richiesta: occorre, dunque, presentare una garanzia scritta, e la banca, in caso di insolvenza, potrà utilizzare il bene in questione per rivalersi sul cliente, facendone una sorta di “capitale di riserva”.

Il prestito ipotecario, per tutti gli altri aspetti, come il piano di ammortamento, le rate mensili e il tasso d’interesse, non è poi così differente dagli altri pacchetti, sebbene nella maggior parte dei casi permetta agli utenti di ricevere somme maggiori, che possono anche superare, a seconda del valore del bene ipotecato, anche i 50.000 euro.

Inoltre, essendo presente una garanzia forte e tangibile, le condizioni sono, generalmente, più vantaggiose, rispetto a quelle dei comuni prestiti personali: il tasso d’interesse è leggermente inferiore e la durata del piano rateale è più ragionevole, e difficilmente supera i 20 o i 25 anni.

Prestito ipotecario o mutuo casa?

Il prestito ipotecario, per quel che abbiamo visto, ricorda il classico mutuo casa, utilizzato da migliaia di cittadini per acquistare la prima abitazione, che comporta la perdita del possesso dell’edificio in caso di insolvenza: qual è la differenza tra i due pacchetti? Quel che distingue il prestito ipotecario dai mutui per la casa è che, mentre per questi ultimi non sussiste alcuna ipoteca, poiché l’immobile diventa di proprietà del cliente solo quando questi termina il pagamento, i primi possono essere impiegati soltanto per comprare beni che non fungano da prima abitazione.

Dunque, chi possiede già una casa e desidera acquistarne una seconda, può trovare molto conveniente questa soluzione, poiché gli permetterebbe di ricevere facilmente anche somme di media o grossa entità.

Prestito ipotecario: quali requisiti servono?

Per ottenere un prestito ipotecario, come abbiamo visto, occorre innanzitutto essere già possessori di un bene (nella maggior parte dei casi si tratta di una casa o un terreno), ed essere in grado di produrre tutta la documentazione necessaria per attestare la proprietà. Ricordiamo, comunque, che il proprietario non perde il possesso dell’immobile durante il periodo del piano di ammortamento, bensì ciò accade soltanto in caso di insolvenza, come vedremo meglio in seguito, quando analizzeremo i principali rischi di questi pacchetti.

Dunque, per accedere al prestito ipotecario, occorre presentare alla banca i seguenti documenti:

  • documento di proprietà dell’immobile;
  • documento di identità e codice fiscale validi;
  • contratto lavorativo, busta paga o dichiarazione dei redditi.

Secondo la normativa di legge attualmente in vigore, inoltre, è possibile apporre l’ipoteca anche sull’abitazione in cui si risiede, purché questa sia di proprietà del cliente, oppure su beni di altre categorie, come oggetti di valore, rendite statali o eredità certificate.

Prestito ipotecario: tre tipologie

Come accennato in precedenza, il prestito ipotecario comprende tre categorie:

  • il prestito vitalizio → dedicato ai clienti con età maggiore ai 65 anni, permette di ricevere una somma da ripagare in un’unica soluzione, senza rate mensili, e comporta l’ipoteca di un immobile dal valore minimo di 100.000 euro, purché in esso sia stabilita la residenza: se la persona non restituisce l’importo pattuito, il bene passa di proprietà alla banca, così come in caso di decesso, anche se è previsto un riscatto da parte degli eredi, purché ripaghino interamente il denaro ottenuto;
  • il mutuo casa → utilizzato dai cittadini che vogliono comprare un edificio: se si tratta della prima casa, il possesso diventa effettivo solo in seguito alla restituzione della domma, mentre nel caso di altri immobili, occorrerà sottoporre ad ipoteca la propria abitazione, come garanzia per la banca;
  • il mutuo liquidità → una soluzione scelta da molti utenti che non posseggono i comuni requisiti per accedere ai prestiti personali, soprattutto dal punto di vista lavorativo, ma risultano possessori di un immobile, che possono ipotecare per utilizzarlo come garanzia.

In tutti e tre i casi, comunque, la riuscita dell’operazione e la somma erogabile dipendono dal valore dell’immobile in questione: maggiore è il prestigio dell’abitazione, maggiori saranno le possibilità di ottenere un importo elevato.

Prestito ipotecario: quali rischi comporta?

Concludiamo questa guida con una domanda che, probabilmente, molti di voi si staranno ponendo: quali rischi comporta il prestito ipotecario? Il pericolo maggiore, come è chiaro, riguarda la perdita dell’immobile, per cui, prima di stipulare il contratto, occorre essere certi di poter ripagare l’importo ottenuto, in quanto il mancato rimborso della somma comporta l’appropriazione da parte della banca.

Quante rate è sufficiente saltare per perdere la proprietà della casa? Sebbene le caratteristiche del pacchetto siano differenti a seconda dell’Istituto Bancario cui ci si affida, nella maggior parte dei casi basta saltare due o tre pagamenti affinché la proprietà decada in maniera definitiva.

Dunque, nonostante il prestito ipotecario sia spesso l’unica soluzione per i disoccupati e per coloro che sono stati classificati come cattivi pagatori, non bisogna tralasciare il pericolo di dover dire addio alla propria abitazione: vi suggeriamo, pertanto, di informarvi bene sulle alternative, considerando che, al giorno d’oggi, le banche concedono prestiti veloci anche a chi non dispone della busta paga o non ha un contratto a tempo indeterminato, sebbene le cifre erogabili siano decisamente inferiori e le condizioni risultino di frequente meno vantaggiose.

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