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Prestiti a tasso zero: come funzionano e a cosa fare attenzione

Si sente sempre più spesso parlare di prestiti a tasso zero che promettono quindi di farci avere la liquidità necessaria per realizzare i nostri progetti o per fare fronte ad una spesa imprevista senza esborsi aggiuntivi nel rimborso di questa cifra. Ma quali sono i fattori da valutare nello scegliere un prestito a tasso zero? Al giorno d’oggi è più facile valutare la convenienza di un prestito perché per legge nel contratto devono essere riportati in maniera chiara ed evidente molti indici, tuttavia occorre prestare attenzione ad alcuni elementi che possono rivelarsi davvero molto importanti ai fini della convenienza del prestito a tasso zero che stiamo valutando. Da quali elementi, quindi, si può riconoscere un vero prestito a tasso zero da un altro che invece può riservare qualche sorpresa?
Vediamo come destreggiarci tra Tan (Tasso annuo nominale), Taeg (tasso annuo effettivo globale), tasso zero reale e altri indici che possono essere presenti nel contratto che siamo in procinto di sottoscrivere.

Tan e Taeg, che cosa sono?

Quando si intende sottoscrivere un prestito per acquistare un bene o un servizio oppure per affrontare una spesa imprevista è bene considerare che la cifra che ci verrà concessa dovrà essere restituita tramite rate mensili che prevede il rimborso del capitale più una parte di interessi. L’entità di questi interessi può essere calcolata tramite due tipi di tasso: il Tan (Tasso annuo nominale) e il Taeg (tasso annuo effettivo globale). Un altro elemento da valutare quando si considera un prestito è l’imposta di bollo, che può essere a carico della finanziaria oppure del richiedente: a norma di legge costa 14,62 euro per i contratti di durata uguale o inferiore ai 18 mesi, mentre per quelli di durata superiore è pari allo 0,25 per cento del totale. E’ inutile dire che in un vero prestito a tasso zero l’imposta di bollo dovrebbe essere a carico della finanziaria.

Tan e Taeg, tutto quello che è necessario sapere

Quando si decide di richiedere un prestito, gli indici da valutare sono Tan e Taeg. Il primo è il Tasso Annuo Nominale, ovvero il tasso di interesse puro che viene applicato al vostro prestito, calcolato senza tenere conto delle spese accessorie necessarie; spesso, quindi, questo valore è pari a zero e viene pubblicizzato con grande evidenza quando viene proposto il finanziamento. Il Tan, però, purtroppo non rappresenta il vero tasso di interesse del prestito: per questo è meglio tenere in considerazione il Taeg. Il Tasso Annuo Effettivo Globale può essere considerato il vero tasso di interesse, quello che comprende il tasso di interesse e tutte le spese necessarie all’istruttoria del finanziamento.
Un esempio pratico? Se un prestito di 1.000 euro ha un Tasso Annuo Nominale dello 0 per cento ma prevede 100 euro di spese accessorie, si avrà un Tan pari a zero ma un Taeg del 10 per cento e la cifra totale da rimborsare, comprensiva di Tan e Taeg, sarà di 1.100 euro.

Il vero prestito a tasso zero, le caratteristiche

Riassumendo, quindi, quali caratteristiche deve avere un vero prestito a tasso zero? Il finanziamento che state valutando è realmente a tasso zero se nel contratto che vi stanno sottoponendo sono segnalati chiaramente sia il Tan sia il Taeg e se entrambi corrispondono a zero. Non solo: anche le commissioni, le imposte, gli oneri di intermediazione, il costo effettivo del prestito e tutte le spese effettive del finanziamento devono essere riportate chiaramente e devono essere a carico della finanziaria o dell’istituto di credito che eroga il prestito, come anche l’imposta di bollo, che per legge costa 14,62 euro per i prestiti di durata inferiore ai 18 mesi e lo 0,25 del totale se la durata è superiore.

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