È entrato in vigore nel gennaio 2015, e da allora il mercato immobiliare ha cominciato a conoscere una certa ripresa: certo non sarà stato esclusivamente merito di questo Fondo di garanzia prima casa, ma da quando per volontà del governo è diventato operativo questo strumento, sono state quasi diecimila, per l’esattezza 9.245, di cui 1.167 solo nel maggio 2016, le domande inoltrate da giovani coppie e famiglie per avere un sostegno riguardo il mutuo oppure le spese di ristrutturazione della casa. Il governo ha deciso di aiutare le famiglie italiane ad affrontare una spesa ingente come quella dell’acquisto della prima casa, attraverso misure ad hoc che in combinazione con i bassi tassi di interesse promossi da tempo dalla BCE, stanno aiutando il settore ad uscire dalla forte crisi attraversata fino a qualche anno fa, consentendo anche a chi è in difficoltà economiche di poter accedere e sostenere l’oneroso rimborso del mutuo.
La garanzia dello Stato
Il principio fondamentale su cui si regge questo Fondo di garanzia è l’assicurazione dello Stato nei confronti della società erogatrice del mutuo, che offre una controgaranzia pari al 50 per cento del valore dei mutui destinati all’acquisto della prima casa di importo massimo pari a 250mila euro. In realtà le misure sono molteplici, e sul sito ufficiale curato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri vengono continuamente aggiornate offrendo diverse soluzioni per far fronte a tutte le esigenze e le necessità dei richiedenti: tra i provvedimenti licenziati dal governo figurano anche specifici aiuti per chi si trova in difficoltà economiche, in particolare il Fondo di solidarietà, gestito come il Fondo di garanzia da Consap, che consente di sospendere fino a 18 mesi il pagamento delle rate dei mutui prima casa, e e l’accordo stipulato tra Abi e associazioni dei consumatori per offrire una moratoria sino a 12 mesi del pagamento delle rate in caso di eventi particolarmente gravi per il debitore, come ad esempio la perdita del posto di lavoro.
Bonus casa: le detrazioni
Un pacchetto corposo di agevolazioni fiscali riguardano i lavori di ristrutturazione che si possono effettuare in casa, ed erogate sotto forma di detrazioni Irpef: il 65 per cento viene applicato sulle spese effettuate per l’acquisto e l’installazione di nuovi infissi, pannelli solari e anche per gli interventi di riqualificazione energetica, il 50 per cento per le normali spese di ristrutturazione, ed un altro 65 per cento se vengono effettuati degli interventi per il miglioramento oppure l’adeguamento antisismico.
Per gli immobili oggetto di ristrutturazione è prevista la possibilità di detrarre anche il 50 per cento delle spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di grande dimensione, che figurino in una classe energetica classe energetica non inferiore ad A+, e A solo per i forni. In particolare per le giovani coppie alle prese con l’acquisto prima casa è prevista la detrazione Irpef al 50 per cento delle spese sostenute nel 2016 per il mobilio d’arredamento dell’immobile.
Documentazione per ristrutturazioni
In base a quanto previsto dalla legge Sblocca Italia, le procedure per accedere alle detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione sono state semplificate: si possono dividere alloggi grandi in più piccoli, o viceversa unire appartamenti più piccoli in uno grande, o ancora rinnovare e sostituire parti strutturali come porte, pareti e servizi igienici semplicemente trasmettendo al Comune d’appartenenza anche per via telematica la CIL, ossia la Comunicazione di inizio lavori, oppure la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, per le parti strutturali. La documentazione completa prevede:
- Elaborato progettuale con le modifiche
- CIL sottoscritta da un professionista tecnico abilitato o SCIA
- Dati identificativi dell’impresa
Tutti i moduli sono reperibili presso gli uffici tecnici o il sito web del Comune d’appartenenza. Ricordiamo infine che non è possibile modificare la volumetria complessiva degli edifici né la destinazione d’uso.