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Kickstarter, come finanziare l’arte attraverso il crowdfunding

Le difficoltà economiche di un mondo come quello dell’arte, che sin dall’antichità ha necessitato di mecenati per consentire la realizzazione di opere in ogni suo campo, ha trovato nelle nuove tecnologie delle modalità di microfinanziamento che hanno reso tutti gli appassionati e fruitori parte attiva del processo di sviluppo: nell’era del web 2.0, la parola d’ordine per chi vuole farsi produrre un film, un disco o un’opera letteraria è infatti crowdfunding, un finanziamento collettivo in cui, dal basso, la “folla” (dall’inglese crowd) mette a disposizione piccole somme di denaro su sollecitazione dell’artista di turno, affinché possa realizzare il suo progetto. La piattaforma web di maggior successo in questo campo è Kickstarter, che insieme a Indiegogo rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per appassionati fruitori che vogliono dare una mano ai loro idoli, o a giovani rampanti in cerca di fortuna: vediamo insieme come funziona questo finanziamento collettivo attraverso internet che negli ultimi anni ha trasformato molto spesso l’impossibile in realtà.

Come funziona il crowdfunding

Kickstarter è stato lanciato il 28 aprile 2009 da Perry Chen, Yancey Strickler e Charles Adler negli Usa, e da allora si è diffuso in tutto il mondo, Italia compresa, dove da giugno 2015 è possibile promuovere la raccolta fondi per progetti battenti bandiera tricolore, mediante appunto il crowdfunding. Una piattaforma come Kickstarter consente di facilitare la raccolta di risorse per realizzare film indipendenti, spettacoli teatrali, libri, album musicali, videogame, ma anche progetti innovativi in settori al di fuori del campo artistico, come ad esempio nel settore alimentare. Chiunque abbia un’idea e voglia produrla fuori dai grandi colossi industriali, che soffocano spesso la creatività, può farsi aiutare da piattaforme on line come Kickstarter, la quale a differenza di un normale forum o sito dedicato alla raccolta fondi non reclama alcun diritto di proprietà sui progetti realizzati.

Il meccanismo è semplice: l’artista presenta il progetto scegliendo una data di scadenza e un minimo di fondi da raggiungere per finanziare la sua idea, le persone possono decidere, una volta visionato il progetto, di collaborare impiegando il proprio denaro, diventando di fatto co-finanziatori. I soldi vengono raccolti attraverso il noto sito Amazon, se la cifra richiesta non viene raggiunta entro il limite di tempo prefissato scatta il cosiddetto provision point mechanism, per cui le somme vengono rimborsate al singolo donatore. In tutto questo Kickstarter guadagna il 5 per cento dei fondi raccolti, a cui va aggiunta un’altra percentuale per Amazon, in una forchetta che va dal 3 al 5 per cento.

Linee guida di Kickstarter

Per evitare truffe o progetti poco limpidi, siti come Kickstarter approntano delle linee guida per presentare i progetti da sottoporre ai donatori, chiedendo anche di evitare ambiguità. Per questo motivo si chiede di specificare in dettaglio i rischi produttivi e le sfide che quel progetto deve affrontare per essere realizzato, in aggiunta alle 3 direttive fondamentali da seguire, e che così recitano:

  • Si possono solo finanziare progetti
  • Il progetto deve ricadere in una delle 13 categorie presenti
  • Proibito l’uso per campagne di sensibilizzazione e beneficenza

Questo facilita il donatore a orientarsi sui vari progetti e i rischi che comportano, e in cambio talora si può ottenere anche una piccola ricompensa a seconda della somma investita, sotto forma di merchandising o altro. Le categorie sono: Alimentazione, Arte, Danza, Design, Film e Video, Fotografia, Fumetti, Giochi, Moda, Musica, Pubblicazione, Teatro e Tecnologia.

Garanzie e percentuali di riuscita

Per la natura stessa del tipo di progetti presenti su Kickstarter, non esistono garanzie circa il fatto che gli autori porteranno a termine il progetto, né che sarà precisamente come illustrato sul sito, per quanto Kickstarter stessa avverta i promotori che possono essere citati per danni legali: ecco perché viene chiesto loro di presentare progetti dettagliati in modo che non vengano sottostimati i costi.

Le percentuali di riuscita dei progetti sono piuttosto alte, considerando anche che il range delle richieste varia solitamente da un minimo di 1000 a un massimo 9999 dollari. Una ricerca effettuata nel luglio 2012 ha dimostrato che più dell’80 percento dei progetti che superano la soglia del 20 percento delle richiesta raggiungono alla fine il loro obiettivo realizzativo, e che quanto più è alta la quota minima di investimento, minore è la possibilità di successo della raccolta fondi.

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