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Prestiti personali flessibili: cosa sono e perché convengono

L’universo dei prestiti personali è caratterizzato da una moltitudine di prodotti differenti ed offerte dei vari istituti di credito e società finanziarie, che consentono ad ogni potenziale cliente di scegliere l’opportunità più conveniente per le proprie specifiche esigenze. In questo vasto oceano di proposte spiccano per la loro duttilità i prestiti personali flessibili, che come si evince facilmente dalla parola stessa, hanno come principale peculiarità una maggiore flessibilità nelle modalità di rimborso del finanziamento, tanto dal punto di vista dell’importo delle rate mensili che riguardo i tempi e le modalità stesse del piano di ammortamento: uno strumento essenziale in tempi in cui le famiglie in difficoltà sono in numero crescente, anno dopo anno. Vediamo insieme quali sono gli elementi essenziali che connotano i prestiti personali flessibili, che possiamo sostanzialmente dividere in tre ambiti: la possibilità di saltare una rata, la modifica dell’importo della rata e l’estinzione anticipata di un prestito.

Salto rata

Se chi ha contratto il debito con la banca si trova improvvisamente vittima di un’inaspettata difficoltà finanziaria, grazie al prestito flessibile è in grado di saltare una o più rate, a seconda della tipologia di contratto stipulato con l’istituto di credito, rinviando il pagamento di tali rate al termine del piano di rimborso, senza incorrere nel rischio di finire nel registro dei cattivi pagatori. Chiaramente per ottenere questo indubbio vantaggio è necessario comunque rispettare determinate condizioni, come ad esempio aver già rimborsato un numero minimo di rate, in genere almeno 6. Il salto della rata è possibile solo una volta oppure anche in numero superiore, pur tuttavia con delle limitazioni, quali un numero massimo di salti, in genere da 3 a 5, spalmati lungo tutto l’arco del piano di ammortamento, con intervalli di tempo tra un salto e l’altro ben definiti, di solito 12 mesi. Benché con delle limitazioni a tutela dell’istituto erogante il prestito, il salto della rata viene incontro alle esigenze di una famiglia in difficoltà senza che il debitore possa finire nel temuto registro dei cattivi pagatori: il rovescio della medaglia, facilmente intuibile, è che il costo totale del finanziamento è destinato a lievitare in conseguenza dei maggiori interessi da rimborsare.

Modifica rata

Strutturalmente molto simile al salto è la modifica della rata, sia dal punto di vista delle peculiarità che delle limitazioni di intervento: è possibile infatti cambiare l’importo del rimborso mensile dopo il pagamento in genere di almeno 3 o 6 rate, a seconda delle condizione previste da ciascun istituto di credito, dal momento dell’apertura del finanziamento, e come nel caso precedentemente analizzato fra una modifica e l’altra devono intercorrere almeno 12 mesi, salvo eccezioni, da attuare lungo tutta la durata del piano di ammortamento fino a non più di 3 modifiche. In genere la modifica della rata viene chiesta per diminuirne l’importo, ma è possibile anche il contrario: può accadere infatti che si disponga di una maggiore liquidità rispetto alle previsioni, e in questo caso aumentare l’importo della rata permetterebbe di ridurre il periodo di rimborso incidendo anche sugli interessi.

Estinzione anticipata

Il prestito personale flessibile consente in ultimo di estinguere anticipatamente un finanziamento senza pagare nessuna penale sul capitale residuo. Questa opzione rappresenta indubbiamente una soluzione molto vantaggiosa se si ha a disposizione della liquidità improvvisa che consente di chiudere anzitempo il debito contratto con un istituto di credito, come regolato dall’articolo 40 comma 1 del Testo Unico Bancario. Tuttavia alcune banche operano con delle eccezioni rispetto a quanto previsto dal testo, prevedendo che l’estinzione anticipata del prestito possa avvenire non prima che siano passati 18 mesi dall’erogazione, oppure in alcuni tipi di contratto l’estinzione anticipata prevede che il cliente debba pagare invece una penale, che però non potrà essere superiore all’1 per cento del capitale residuo, secondo quanto disposto dalla normativa in materia.

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