Ottenere un prestito, per alcune persone, può essere un’impresa davvero difficile: le Banche, si sa, tendono a preferire clienti che presentano una situazione economica stabile e sicura o che, comunque, riescono ad esibire una serie di garanzie, quali il possesso di beni o immobili o la copertura da parte di un terzo fidejussore. I piccoli imprenditori, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e, in generale, per tutti coloro che non dispongono di un reddito fisso o della busta paga, dunque, sono spesso esclusi da un’ampia fetta di finanziamenti, oppure ottengono condizioni meno vantaggiose.
Tuttavia, in certi casi, anche i lavoratori pubblici, i pensionati e i dipendenti a tempo indeterminato possono incontrare difficoltà, soprattutto se, per inesperienza o superficialità, si pongono nel modo sbagliato o commettono qualche svista. In questo articolo, dunque, elencheremo gli errori più frequenti dei clienti: si tratta di comportamenti che possono intaccare la nostra reputazione finanziaria e, di conseguenze, ridurre le nostre possibilità di ottenere un prestito. Ecco cosa evitare assolutamente:
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#1 Sottovalutare il rischio di insolvenza
La principale motivazione per cui molti clienti non riescono ad accedere ai finanziamenti riguarda l’essere stati classificati in passato come cattivi pagatori: uno degli errori più comuni, dunque, è sottovalutare il rischio di insolvenza, chiedere una somma troppo alta o concordare un piano rateale a malapena sostenibile. Il risultato è che, alla prima difficoltà economica, gli utenti finiscono per saltare una o più rate e, dunque, si ritrovano inseriti nella ‘famigerata’ Centrale Rischi, vale a dire la Banca Dati – a cui tutti gli Istituti di Credito fanno capo – che contiene i nominativi dei clienti insolventi. L’inserimento nella lista può minare la nostra reputazione finanziaria, riducendo drasticamente la possibilità che ci venga erogato un nuovo prestito, a meno che non si ricorra a particolari forme di rimborso, quali ad esempio la cessione del quinto.
#2 Richiedere contemporaneamente più prestiti
Di frequente, i clienti, spinti dalla necessità di avere quanto prima la somma necessaria, si rivolgono contemporaneamente a più Istituti di Credito, sia per ridurre i tempo di attesa, che per racimolare l’importo grazie a più finanziamenti. Si tratta di un errore molto comune, che ci mette subito in cattivissima luce: innanzitutto, perché le Banche comunicano tra loro e fanno capo ad un unico database, per cui tutte le richieste vengono visualizzate in tempo reale; in secondo luogo, perché tale atteggiamento ‘frettoloso’ potrebbe essere interpretato come un segnale di difficoltà economiche. Apparire ‘con l’acqua alla gola’ non è certo il modo migliore per ispirare fiducia!
#3 Fare troppi tentativi ravvicinati
Se richiedete un prestito e ricevete un rifiuto, fate trascorrere del tempo – generalmente uno o due mesi – prima di recarvi presso un’altra Banca. Il motivo? Quando vi rivolgete ad un Istituto di Credito, la vostra richiesta rimane nel database per un lasso di tempo che va dai 30 ai 60 giorni: durante questo periodo, ogni altra pratica viene annullata quasi automaticamente.
#4 Non chiedere la liberatoria
Questo punto si riallaccia al precedente: ogni vostra richiesta rimane inserita in un database e, soprattutto, se non richiedete la liberatoria – un documento che attesti che la vostra pratica è ‘conclusa’ -, viene considerata ancora ‘aperta’. Ciò significa che, quando richiedete un nuovo prestito, alla Banca sembrerà che abbiate numerosi finanziamenti in corso e, pertanto, quasi certamente verrete posti di fronte ad un rifiuto.
Ogni domanda, dunque, dev’essere archiviata grazie a questo documento: se non vi ricordate l’intera lista delle pratiche che avete avviato in passato, potete consultarla richiedendo al CRIF i dati che vi riguardano.
#5 Richiedere un prestito per ripagarne uno precedente
La tentazione di richiedere un nuovo finanziamento per rimborsarne uno precedente, a volte, è alta, soprattutto se in passato avete ottenuto condizioni non troppo favorevoli. Tuttavia, questo metodo è assolutamente sbagliato, ed anzi vi porrà in una situazione peggiore: vi ricordiamo che esiste il cosiddetto prestito per il consolidamento debiti, specificatamente ideato per queste situazioni.