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Prestiti Personali: la guida completa

I prestiti si dividono in personali e finalizzati. Mentre questi ultimi sono collegati all’acquisto di un bene (una casa, un immobile, un elettrodomestico), e dunque vengono richiesti grazie all’intermediazione del concessionario, dell’agente immobiliare o del venditore convenzionato ad un istituto di credito, i primi permettono al cliente di ottenere una somma, a prescindere dall’uso verso cui verrà destinata.

Il prestito personale, dunque, si basa sul rapporto diretto tra il richiedente e la banca (o la società che eroga finanziamenti), e pertanto comporta rischi maggiori di insolvenza, in quanto manca il bene o l’immobile che funga da garanzia o che possa essere rivenduto o restituito per ripagare la somma in questione. Ciò significa che le condizioni per ottenere un prestito personale sono un po’ più restrittive, il tasso d’interesse sarà leggermente maggiorato e verranno richieste garanzie maggiori.

Cos’è un prestito personale

Un prestito personale, dunque, è un finanziamento erogato al cliente, con un tasso d’interesse fisso e un piano di rimborso, organizzato in rate a cadenza mensile, che può durare da pochi mesi a una decina d’anni. Esso viene richiesto, come dicevamo in precedenza, direttamente dal cliente, che si reca presso la banca o l’istituto di credito selezionato, senza dover fornire alcuna spiegazione riguardo al modo in cui verrà utilizzato.

Essendo un’operazione ben più rischiosa, rispetto al prestito finalizzato, per le banche, queste potrebbero richiedere maggiori garanzie, ed effettuare controlli più approfonditi sulla situazione e sulla reputazione finanziaria del cliente: coloro che in passato sono stati segnalati alla Centrale Rischi, pertanto, potrebbero incontrare parecchie difficoltà.

Le garanzie richieste

Le garanzie richieste per un prestito personale mutano in base alla somma richiesta: per i piccoli finanziamenti è sufficiente dimostrare di percepire un reddito o una pensione, mentre per le cifre più grosse potrebbero essere necessari contratti con vincoli più stretti, e naturalmente la busta paga.

In alcuni casi, ad esempio, le banche chiedono all’utente di sottoscrivere un contratto che determina la cambializzazione delle rate (o la risoluzione dell’intero importo in un unica cambiale), al fine di ammortizzare i rischi, ma la garanzie richiesta più frequentemente è il coinvolgimento di una terza persona, detta fidejussore, che si assume il rischio dell’operazione: spetta a quest’ultimo, difatti, sborsare la somma necessaria per coprire le spese rimaste insolute, qualora il richiedente non riesca a farlo da sé.

Il fidejussore è indispensabile soprattutto quando il cliente è anziano, non dispone di un reddito fisso o sufficientemente elevato, ha un’anzianità lavorativa ancora minima, o quando la somma in questione è particolarmente alta: tale figura, generalmente, viene ricoperta da un genitore, un parente o un amico.

In altri casi, invece, occorre sottoscrivere una polizza assicurativa, il cui costo si aggiunge a quello del prestito: ciò accade principalmente quando il cliente è anziano, e dunque a rischio morte, o quando le probabilità che perda il posto di lavoro (e dunque il reddito) sono elevate. Dunque, sarà compito della compagnia assicurativa coprire le spese qualora il richiedente dovesse venire a mancare prima di aver saldato il proprio debito, mentre se viene licenziato, questi dovrà rimborsare quanto sborsato dalla compagnia, non appena troverà un altro impiego.

Ogni istituto di credito, tuttavia, richiede particolari garanzie, in base alle proprie valutazioni sull’operazione: è pertanto impossibile valutare a priori se il prestito verrà concesso o meno, in quanto entrano in ballo numerosi fattori, spesso legati anche a circostanze variabili.

Il contratto

Il contratto stipulato dal cliente e dalla banca mette per iscritto le condizioni riguardanti il prestito, e deve dunque essere sottoscritto da entrambe le parti, nonché contenere i seguenti elementi, affinché possa essere ritenuto valido:

  • Tipologia, modalità e cifra ottenuta con il finanziamento
  • Informazioni sul piano rateale (numero rate, scadenza…)
  • TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale)
  • Tasso d’interesse e costi generali
  • Garanzie richieste
  • Conseguenze in caso d’insolvenza

Cos’è il TAEG?

Il TAEG è il Tasso Annuo Effettivo Globale, e comprende sia il costo del prestito (somma erogata più gli interessi), sia gli oneri accessori. A differenza del TAN (Tasso Annuo Nominale), che esprime, a partire dalla cifra iniziale e dal numero di rate, la quota d’interesse che si aggiunge alla somma ottenuta, il TAEG comprende tutte le spese, dunque anche quelle legate ad eventuali coperture assicurative, o agli oneri a carico del cliente.

Mancato pagamento di una rata

Come dicevamo, sul contratto occorre specificare anche quali sono le conseguenze cui va incontro l’utente, in caso di mancato pagamento di una o più rate. Esse sono piuttosto spiacevoli, in quanto comportano l’aggiunzione di una mora, l’inserimento del nominativo nella Centrale Rischi – cosa che determina grosse difficoltà, qualora volesse chiedere ulteriori finanziamenti in futuro – e, soprattutto, il rischio che l’istituto di credito risolva unilateralmente il contratto: in quest’ultimo caso, il cliente dovrà pagare interamente le spese, sia quelle legate al finanziamento, che tutti gli oneri accessori, sommati ad una penale.

Estinzione anticipata

Il cliente può scegliere, se lo ritiene opportuno, di pagare l’intero importo (o la somma non ancora versata) in un’unica soluzione: in questo caso, la banca potrà applicare una penale, che per legge non può tuttavia superare l’1% della somma totale. Questo metodo, comunque, consente all’utente di ‘liberarsi’ velocemente di un prestito ottenuto con condizioni sfavorevoli, richiedendone un altro più vantaggioso.

Prestiti personali per cattivi pagatori

È possibile ottenere un prestito personale se si è stati inseriti nella lista dei cattivi pagatori? La risposta è sì, anche se le condizioni saranno certamente più restrittive, così come le garanzie richieste potrebbero essere maggiori: di frequente, infatti, ai clienti che hanno ricevuto un protesto viene imposta la presenza di un fidejussore o la sottoscrizione di particolari coperture assicurative.

Tuttavia, la modalità migliore per ottenere finanziamenti, per coloro che sono stati segnalati alla Centrale Rischi, rimane la cessione del quinto, sebbene questa tipologia escluda quelle categorie di individui che non risultano alle dipendenze dello stato, che non percepiscono una pensione o che svolgono la libera professione.

Quando NON chiedere un prestito

In un periodo come questo, in cui le condizioni economiche dei cittadini sono spesso precarie e fluttuanti, è bene essere molto prudenti e riflettere con calma, prima di sottoscrivere qualsiasi impegno. Questo vale soprattutto per coloro che non dispongono di un reddito elevato o di un lavoro a tempo indeterminato: al minimo imprevisto, potrebbero ritrovarsi impossibilitati a sostenere le rate mensili, subendo così le spiacevoli conseguenze riservate ai clienti insolventi.

Lo stesso discorso vale per coloro che hanno numerosi piani rateali in corso: le spese mensili si sommano più velocemente del previsto, e il rischio di vedere ridotto eccessivamente il proprio reddito, purtroppo, è più che consistente. Dunque, a meno che non disponiate di un parente pronto a coprirvi le spalle, la cosa migliore è attendere l’estinzione di un debito, prima di contrarne un altro!

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