L’aumento dell’età media nel nostro Paese comporta una serie di nuove variabili, che sollecitano da vicino il settore finanziario.
A differenza di non troppi anni fa sono sempre più le persone che, in età pensionabile, desiderano avere accesso ad un mutuo.
In linea generale possiamo dire che, per ottenere un prestito o un servizio finanziario, viene considerato “anziano“ chi si trova in un’età inclusa tra i 60 e i 70 anni, ovvero quelle persone che hanno, agli occhi della banca, un limitato orizzonte creditizio.
L’aumento dell’età media nel nostro Paese – che si colloca intorno agli 83 anni per gli uomini e poco più per le donne – impone una mutata relazione tra età anagrafica ed esigenze personali.
Verosimilmente, anche a anche a 65 o 70 anni ci si potrebbe trovare in condizioni di dover o voler accendere un mutuo; ma quali garanzie può mettere sul piatto il contraente, di fronte all’istituto bancario?
Le possibilità in campo
Esistono numerose formule nei riguardi della clientela senior, ma bisogna precisare che l’istituto bancario pone condizioni capestro per l’accesso al credito verso la persona in fascia anagrafica senior.
La banca pone infatti la soglia dei 70 anni come massima età di copertura, con tassi di assicurazione decisamente gravosi; va messo in conto il rifiuto da parte della banca nei riguardi delle persone con precedenti medici: anche la salute costituisce fonte di sicurezza per l’istituto di credito.
Ovviamente il tetto finanziario erogato dall’istituto banca non sarà granchè consistente: essendo, in potenza, contenuta la prospettiva di vita del contraente, sarà conseguentemente limitato il massimale di credito concesso.
Per rovescio, chi richiede un mutuo in giovane età, come una coppia appena sposata, ha accesso ad un tetto creditizio ben più alto, offrendo una garanzia a lungo termine di onorare il debito.
Nel caso in cui chi richiede il mutuo si trovi in età pensionabile ed oltre, le banche addirittura incoraggiano la sottoscrizione di una polizza assicurativa allo scopo di portare a termine le operazioni di finanziamento, situazione che verosimilmente si rivale sugli eredi futuri.
Le condizioni del mutuo per le categorie senior
Le formule sovente adottate sono le seguenti:
- I mutui ipotecari, che servono a finanziare il cambio di residenza principale, l’investimento locativo o un’operazione di tipo patrimoniale;
- Raggruppamento dei crediti: permette di ridistribuire nel tempo i prestiti in corso, ottenendo maggior flessibilità finanziaria al momento del pensionamento.
In ogni caso, le banche desiderano forti garanzie da parte dei “mutuatari senior“; ciò impone che:
- Il mutuatario offra solide garanzie per tutto lo storico del mutuo, ad esempio dimostrando di disporre di una buona garanzia in forma di capitale;
- Il costo dell’assicurazione sul mutuo sia contenuto, affinché il mutuatario possa onorarlo;
- Le condizioni di salute o i precedenti medici del richiedente non costituiscano ostacolo all’assicurazione sul mutuo.
Gli eredi: cosa succede in caso di sopraggiunta morte?
Al momento in cui si contrae il mutuo bisogna però mettere in luce le condizioni in cui verosimilmente si troverà l’erede nel caso di mutuo non ancora estinto.
Cliente e banca potranno pianificare il pagamento di più rate annuali, così da abbattere nel breve termine gli interessi, al fine di lasciare ai futuri eredi la facoltà di riscattare l’immobile senza sopraggiunti oneri.
Sono assai frequenti formule come il prestito ipotecario vitalizio, modalità che si rivela particolarmente onerosa per chi succede al contraente, dato il consistente rialzo dei tassi che entra in gioco.
Dunque, nel momento in cui si sottoscrivono formule simili a quelle appena esposte, è importante la piena trasparenza circa le condizioni in gioco nella prospettiva dell’ereditarietà; è precipuo compito della banca presentare due paralle simulazioni del piano di ammortamento, evidenziando capitale e interessi.