Come è noto a chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, i tassi Euribor sono l’elemento che influenza il costo del finanziamento in maniera decisiva: dai primi mesi del 2015, in seguito alla diminuzione dell’Euribor, successivamente diventato negativo, chi aveva contratto questo tipo di mutuo avrebbe dovuto pagare meno, ma è accaduto che diversi istituti di credito abbiano continuato, e in alcuni casi continuano ancora, a far pagare più del dovuto i clienti, senza fare mai scendere i tassi sotto gli spread. Vediamo insieme come chiedere il rimborso degli interessi sui mutui Euribor, un diritto che è stato sancito da una sentenza del 2013 dell’Antitrust Ue e ribadito anche di recente dalla Banca d’Italia, che ha sollecitato le banche a restituire quanto dovuto.
Tasso variabile, come si compone
Il tasso variabile si compone sostanzialmente di queste due voci:
- Lo spread, stabilito dalla banca e sempre uguale
- Il parametro di indicizzazione, stabilito dal mercato e soggetto ad aumenti e diminuzioni
L’Euribor è il parametro di indicizzazione più utilizzato, e nel corso degli ultimi due anni è diminuito, fino a diventare negativo nei primi mesi del 2015: contestualmente i tassi dei mutui a tasso variabile sarebbero dunque dovuti essere più bassi dello spread, ma tanti istituti di credito hanno applicato di default il valore zero al parametro di indicizzazione, trasformando di fatto i mutui in finanziamenti con clausole floor, con un tasso minimo prefissato pari allo spread.
Chi ha diritto al rimborso
I clienti con mutuo a tasso variabile parametrato all’indice Euribor tra il 1 settembre 2005 e il 31 marzo 2009 potrebbero ottenere il rimborso per interessi illegittimi: possono essere risarciti gli interessi entro dieci anni dalla data di fine pagamento del mutuo, perciò è fondamentale controllare le date di stipula e di scadenza del contratto. Da quanto tempo i parametri Euribor dei mutui a tasso variabili sono diventati negativi? Prendendo in considerazione la media mensile, risulta che il tasso Euribor a 1 mese è negativo da marzo 2015, l’Euribor a 3 mesi da maggio 2015, l’Euribor a 6 mesi da novembre 2015: in ogni caso bisogna tenere presente che sul proprio contratto possano essere fissati come finestra temporale anche parametri differenti, come ad esempio il valore giornaliero dell’Euribor, ecco perché è necessario, prima di inviare un reclamo alla propria banca, leggere attentamente queste voci sul proprio contratto di finanziamento:
- Come viene determinato il tasso, quali sono lo spread e il parametro di indicizzazione utilizzato (Euribor 1 mese, 3 mesi, media del mese precedente, ultimo giorno lavorativo, etc.)
- Presenza di un tasso floor
Se non vi sono indicazioni su tutto ciò, si può inviare il reclamo alla propria banca.
Come inviare un reclamo alla banca
Innanzitutto bisogna attivarsi, anche attraverso le associazioni di consumatori, per verificare la propria situazione, poiché in teoria l’istituto di credito dovrebbe automaticamente accreditare quanto dovuto al singolo cliente, dopo l’intervento nel febbraio 2016 della Banca d’Italia che ha ricordato agli istituti che non possono applicare un tasso minimo se la clausola non è stata pubblicizzata e inclusa nella documentazione di trasparenza e nel contratto. Ogni banca in questo periodo di tempo avrebbe dovuto verificare di aver agito secondo le regole e restituito ai clienti l’eccedenza. Se ciò non fosse accaduto, una volta verificato di avere diritto al rimborso, si può inviare la lettera alla banca per richiedere indietro la somma: ecco il fac simile di un modello da utilizzare. Nel caso in cui non si dovesse ricevere un riscontro entro 30 giorni o ci si ritenesse non soddisfatti della risposta ottenuta, si può fare ricorso all’arbitrato bancario finanziario. In ogni caso ci si può rivolgere alle associazioni di consumatori presenti sul territorio per avere consulenza giuridica ed assistenza su tutti i passaggi da compiere per ottenere il proprio risarcimento riguardante gli interessi dei mutui Euribor negativi.