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Buste Arancione o Profondo Rosso? Scopri le ultimissime notizie relative ai fondi pensione.

Le prime 150.000 ‘buste arancioni’, contenenti il calcolo della presunta pensione che i lavoratori otterranno alla cessazione della loro attività, sono state inviate dall’Inps il giorno successivo al 25 Aprile, festa della liberazione, e promettono di dare risposta alle paure e alle angosce di milioni di anziani in attesa di ricevere il responso finale. Chi riceverà la busta, troverà al suo interno una lettera di tre pagine, con la propria storia contributiva (ed il consiglio di verificare l’estratto conto), la previsione della data di uscita, l’importo dell’assegno e del rapporto tra l’attuale busta paga e quanto percepirà dal momento della pensione.

Arancione, un colore che secondo la cromoterapia rimanda ad un’idea positiva e ottimistica, ma che in questo caso potrebbe essere portatore di pessime notizie.

L’obiettivo dichiarato dall’Inps e’ quello di indurre i cittadini ad essere consapevoli e quindi vigili, rendendoli tutti ‘edotti’ della propria situazione contributiva e, dunque, di quella finanziaria futura; in questo modo essi saranno incoraggiati a pianificare, se necessario, una strategia preventiva che permetta loro di ‘integrare’ l’assegno pensionistico con una pensione privata.

Per i detrattori, invece, si tratta di uno scarico di responsabilità ed un ulteriore strumento per rinviare, ancora una volta, un’ operazione-verità sui conti dell’Inps, che faccia luce sugli oneri che gravano sull’ente previdenziale e che non sono da attribuire all’erogazione delle pensioni, cosa che rappresenta l’unica vera Mission dell’Istituto. Quello che ad oggi grava maggiormente sulle casse dell’ente è, infatti, l’assistenza sociale: costi che dovrebbero rientrare nell’ambito delle politiche sociali governative, da finanziare attraverso la fiscalità generale e non con i contributi Inps dei lavoratori. Spese legate a Cassa Integrazione, maternità, malattia e invalidità, tutte voci che pesano per miliardi sul bilancio dell’Inps, eppure non hanno niente a che fare con i compiti del sistema pensionistico che viene alimentato dai  contributi degli stessi lavoratori.

Le buste arancioni” in futuro potranno diventare un ottimo strumento informativo per il cittadino, a patto che questa operazione venga accompagnata da una serie di riforme che consentano all’Inps di ritornare a fare il suo mestiere, erogare pensioni. Solo in questo modo potranno infatti non essere più considerate come portatrici di sventura, ma una modalità di supporto da parte dello Stato per avere sotto controllo il proprio futuro senza ansie e paure.

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