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Prestiti Obbligazionari: la guida completa

In questo articolo vi spiegheremo cosa sono e come funzionano i prestiti obbligazionari, che rappresentano una forma di autofinanziamento per le s.p.a., vale a dire le società per azioni. Nei prossimi paragrafi, dunque, vedremo nel dettaglio cosa sono le obbligazioni, a chi si rivolgono, chi può usufruirne, quali sono i loro vantaggi, le loro garanzie e i loro rischi.

Cosa sono le obbligazioni?

Le società per azioni hanno vari modi per trovare fondi: uno di essi è costituito, appunto, dai prestiti obbligazionari, una tipologia di finanziamento a medio o lungo termine, che consente di rilasciare titoli di credito o obbligazioni. Tali titoli vengono poi messi in vendita e acquistati dagli investitori, i quali ‘prestano’ il loro denaro alla società, ricevendo in cambio una percentuale d’interessi, detta cedola, a cadenza trimestrale, semestrale o annuale: gli obbligazionisti divengono, dunque, ‘creditori’ dell’azienda in questione, partecipando al rischio d’impresa, senza tuttavia prendere parte ad eventuali processi decisionali e gestionali al suo interno: tale accordo è documentato proprio dai titoli.

Tuttavia, al fine di garantire un certo margine di sicurezza agli investitori, le società possono erogare soltanto una certa quantità di obbligazioni: il valore complessivo dei titoli rilasciati, in tal senso, non può superare il capitale effettivo dell’azienda, vale a dire quello registrato nell’ultimo bilancio approvato.

Come funzionano i prestiti obbligazionari?

Attraverso il rilascio di obbligazioni, la società contrae un debito nei confronti degli investitori: tale rapporto, generalmente, ha una durata medio-lunga, non inferiore ad un paio d’anni. In alcuni casi particolari, le aziende possono emettere titoli per somme maggiori rispetto a quella indicata sul bilancio, purché vengano rispettate le seguenti condizioni: innanzitutto, la presenza di un’ipoteca sugli immobili di proprietà sociale, volta a coprire la garanzia sulle obbligazioni fino ai 2/3 del loro valore di mercato; secondariamente, l’aumento della quota delle obbligazioni dev’essere garantito dalla presenza di titoli emessi dallo stato, purché questi ultimi non presentino una scadenza anteriore; infine, la società può superare l’importo previsto dal bilancio solo grazie ad una particolare autorizzazione da parte del governo.

Prestiti obbligazionari: tipologie e regolamento

Quando viene stipulato un prestito obbligazionario, è necessario compilare un documento, detto programma, che attesti le condizioni del rapporto tra l’investitore e la società; all’interno del programma vengono specificati l’importo sociale versato dai soci, detto capitale sociale, la somma del singolo prestito, il piano d’ammontamento e il tasso d’interesse. Nel regolamento, invece, vengono messi per iscritto il valore nominale dei titoli, le loro caratteristiche specifiche, il prezzo di emissione e le modalità di rimborso del prestito.

Esistono varie tipologie di titoli obbligazionari: la più diffusa è quella a tasso fisso, che garantisce un introito regolare all’investitore e, dunque, permette di conoscere in anticipo la percentuale di guadagno; tuttavia, si tratta di titoli dal valore estremamente variabile, soggetto a fluttuazioni, soprattutto nelle fasi iniziali.

Vi sono, inoltre, titoli a tasso variabile, i cui interessi dipendono dal valore dell’obbligazione, e titoli perpetui, privi di scadenza, che offrono un rimborso fisso e illimitato. Infine, troviamo i cosiddetti titoli senza cedola, detti anche zero coupon, che non danno diritto ad interessi regolari: il guadagno, in questo caso, è dato dalla differenza tra il valore d’acquisto e il valore al momento della restituzione.

Quanto rendono le obbligazioni?

Calcolare l’effettiva resa delle obbligazioni è alquanto complicato, in quanto il guadagno dipende da numerosi fattori, quali la tipologia dei titoli, il valore nominale, il prezzo al momento dell’acquisto e quello previsto al momento della resa; una previsione esatta, inoltre, può essere effettuata soltanto in caso di titoli a tasso fisso o zero coupon. Alla quota di incassi, comunque, va detratta una percentuale pari al 12,5%, destinata alle tasse.

Tuttavia, le obbligazioni rimangono una forma di investimento piuttosto sicura, soprattutto se confrontate con altre tipologie, quali ad esempio le azioni. La percentuale di rischio, difatti, è data dall’affidabilità della società, cui spetta il pagamento degli interessi maturati ed il rimborso finale, vale a dire il saldo del debito contratto, ma anche dalla durata del titolo: più questa è lunga, difatti, maggiori saranno le fluttuazioni cui sarà soggetto nel tempo.

Il consiglio, pertanto, è quello di non investire l’intero capitale in un’unica categoria di titoli, ma di differenziare gli investimenti, inserendo anche obbligazioni statali o provenienti da enti pubblici, generalmente più sicure.

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