In questo 2016 che ha visto finalmente la ripresa del mercato del credito, non mancano offerte di finanziamento anche per quelle categorie di soggetti che hanno poche o nulle garanzie da offrire a banche e società erogatrici: è il caso ad esempio dei giovani disoccupati, una delle tipologie di richiedenti più delicate per il settore, al pari dei protestati e dei cattivi pagatori, i quali essendo privi di busta paga non possono fornire le sufficienti garanzie per l’accesso al credito. Questo in linea teorica, poiché fortunatamente è possibile richiedere finanziamenti anche per tali soggetti: proviamo a vedere più da vicino requisiti e condizioni per i giovani disoccupati, affinché possano ottenere prestiti personali per soddisfare i bisogni individuali, oppure per ottenere la liquidità necessaria per avviare un’attività imprenditoriale.
Prestiti personali per disoccupati
Alcune società di finanziamento, tra i quali segnaliamo Findomestic, Compass e Agos Ducato perché fra le più note del settore, offrono ai richiedenti senza busta paga la possibilità di accedere a prestiti personali anche mediante la semplice presentazione di un vecchio CUD: tuttavia per avere più facilmente modo che la propria domanda di finanziamento ottenga parere favorevole, è consigliabile per il richiedente che attualmente si trova in stato di disoccupazione avere al suo fianco un garante che possa farne le veci in caso di insolvibilità. Un garante che dimostri di essere perfettamente in grado di far fronte eventualmente al piano di rimborso rappresenta infatti un elemento di certezza che consente di ottenere il via libera dall’ente che deve erogare il prestito: in alternativa possono andar bene anche garanzie reali come l’affitto su un immobile di proprietà o l’ipoteca. Per quanto resti complicato ottenere un prestito personale da disoccupati, il miglioramento della situazione finanziaria nel 2016 consente di essere cautamente ottimisti anche su questo versante: il nostro consiglio prima di rivolgersi a un istituto di credito è di
- Fornire quante più garanzie possibili
- Non superare i 5mila euro come somma richiesta
- Accertarsi di non essere iscritti nella lista dei cattivi pagatori
Tenendo a mente questi tre punti fermi è più facile ottenere il finanziamento personale.
Prestiti d’onore
Un capitolo a parte meritano i cosiddetti prestiti d’onore, introdotti nella nostra normativa dal decreto legislativo 185 del 21 aprile 2000. Si tratta di un finanziamento che i giovani disoccupati possono richiedere per avviare un’attività imprenditoriale, e il modello di erogazione è suddiviso in due tranches:
- 50 per cento dell’importo erogato come prestito a tasso agevolato
- 50 per cento dell’importo erogato come prestito a fondo perduto
Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, il prestito d’onore si rivolge a giovani in stato di inoccupazione oppure alla ricerca di prima occupazione, che risultino essere residenti in Italia da almeno 6 mesi, mentre i cittadini extracomunitari in sede di presentazione della domanda devono fornire un permesso di soggiorno valido per almeno un anno. Per fare in modo che il prestito d’onore vada a finanziare progetti effettivamente concreti vengono posti alcuni vincoli al beneficiario: nei successivi 5 anni all’erogazione del prestito agevolato, il giovane richiedente non potrà essere assunto a tempo indeterminato o vendere l’attività finanziata dal prestito d’onore.
Fondo di garanzia per startup
Se sei giovane e sei un disoccupato con la voglia di mettere in piedi un’impresa, non c’è nulla di meglio che dare vita ad una startup, un’azienda tecnologicamente innovativa che viene sostenuta dallo Stato attraverso le agevolazioni contenute nel Fondo di garanzia. Mentre tassi di interesse e condizioni di rimborso vengono lasciate ai singoli istituti di credito, lo Stato funge da tutela per quanto riguarda le garanzie reali, in modo tale che il giovane possa ottenere concretamente finanziamenti senza bisogno di garanzie aggiuntive quali spese di fidejussione o polizze assicurative. Una startup viene considerata tale quando non supera i 5 milioni di fatturato annuo, e il Fondo copre l’80 per cento dell’ammontare del finanziamento o dell’importo garantito da confidi o altro fondo di garanzia: il restante 20 per cento viene coperta dalla banca, che è maggiormente incentivata a sostenere la startup, giacché non rischia l’intera cifra del finanziamento ma soltanto un quinto. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale del Fondo.