A sostegno degli imprenditori che hanno necessità di finanziare la propria attività lavorativa, esistono fortunatamente molteplici iniziative, non solo di carattere nazionale: anche l’Unione Europea infatti attraverso la Commissione mette a disposizione dei fondi appositamente per micro, piccole e medie imprese: sono i prestiti Jeremie, un acronimo che indica Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises, ossia “Risorse europee congiunte per le micro e medie imprese”. Si tratta come detto di un’iniziativa della Commissione europea sviluppata in collaborazione al Fondo europeo per gli investimenti, che promuove l’utilizzo di strumenti finanziari per migliorare l’accesso al credito per le PMI mediante alcuni fondi strutturali. Ecco in dettaglio come funzionano i prestiti Jeremie.
Destinazione d’uso
Jeremie fornisce appunto dei fondi strutturali che possono essere sfruttati dagli Stati membri della Ue per investire in strumenti revolving come capitale di rischio, prestiti o fondi di garanzia. Questi fondi nello specifico possono essere utilizzati in questo modo:
- Creazione di nuove imprese o espansione di imprese già esistenti
- Accesso al capitale di investimento per le Pmi per modificare o diversificare l’attività, sviluppare nuovi prodotti, assicurare e ampliare l’accesso al mercato
- Ricerca e sviluppo orientati alle imprese, con trasferimento di tecnologie, innovazione e imprenditorialità
- Modernizzazione tecnologica delle strutture produttive per poter raggiungere gli obiettivi delle economie a bassa emissione di anidride carbonica
- Investimenti per creare e salvaguardare posti di lavoro sostenibili
Tali investimenti possono essere erogati sotto forma di azioni, prestiti o garanzia, e i rendimenti vengono reinvestiti nelle imprese: in questo modo un gruppo di fondi può essere usato diverse volte, riciclando i fondi pubblici in modo da aumentare il capitale e la sostenibilità e l’impatto delle risorse pubbliche assegnate alle PMI. Esiste anche una modalità alternativa di funzionamento dei prestiti Jeremie, per cui le autorità di gestione di tali finanziamenti possono decidere di assegnare le risorse del programma sfruttando fondi holding ideati per investire in diversi fondi di investimento: questa opzione offre il vantaggio di consentire alle autorità di gestione di delegare alcuni dei compiti necessari per implementare il programma a professionisti esperti.
Vantaggi
I vantaggi dei prestiti Jeremie possono essere riassunti in 5 punti:
- Sostenibilità
- Flessibilità
- Leverage
- Competenza
- Partenariati
Questi fondi strutturali a investimenti sono appunto un’alternativa più sostenibile rispetto alla tradizionale assistenza mediante stanziamento di fondi, sono flessibili e maggiormente efficaci perché possono beneficiare della competenza del settore privato e bancario, mentre per leverage si intende la possibilità di fornire assistenza a un numero più ampio di progetti combinando i fondi con altri strumenti finanziari complementari. Infine il partenariato tra la Commissione, la FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) e la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) funge da importante polo per la collaborazione tra Paesi, enti locali, banche e investitori al fine di migliorare l’accesso al credito di piccole e medie imprese.
Risultati
I prestiti Jeremie sono stati lanciati dalla Commissione Europea per la prima volta nel 2009, ed anno dopo anno ha visto implementare gli strumenti di ingegneria finanziaria a disposizione delle Regioni, e dunque conseguentemente per le Pmi che hanno potuto così dotarsi di finanziamenti decisivi, soprattutto per quegli imprenditori che operano nelle aree della Ue economicamente depresse e necessitanti di risorse continue, come ad esempio il Mezzogiorno d’Italia. Nel nostro Paese sono state erogate a micro, piccole e medie imprese importi da 10mila a 900mila euro, investiti in macchinari e attrezzature come per beni immateriali, sostenendo così la crescita economica anche in anni storicamente difficili come quelli appena trascorsi.