Nel 2012, l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, INPDAP, è stato soppresso e le sue relative funzioni sono state assorbite e quindi gestite dall’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Tuttavia, per i dipendenti e pensionati pubblici, si continua a parlare comunemente di Ex-INPDAP. Per tali lavoratori e gli ex che prestano attività (o l’hanno fatto) nel settore pubblico (e qui rientrano anche gli appartenenti alle forze dell’ordine e forze armate, dunque Polizia di Stato e Penitenziaria, Carabinieri, Esercito Italiano, Marina Militare, Aviazione, Guardia di Finanza, Guardia Costiera Corpo Forestale, Vigili del Fuoco), sono stati pensati prestiti ad hoc, ‘scomodando’ direttamente lo stesso INPS.
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Prima tappa
La domanda per accedere al prestito è rappresentata da un modulo da compilare che può essere scaricato online nel sito www.inps.it (accedendo con il proprio PIN nell’aria riservata) o ritirato direttamente presso la sede territoriale di appartenenza. Se per i dipendenti la richiesta va poi presentata alla propria amministrazione, per i pensionati, la documentazione va riconsegnata sempre online. Per chi non è tecnologico, il consiglio è di rivolgersi al numero verde dell’INPS (803164) o, meglio, recarsi presso un patronato dove persone esperte sapranno aiutare.
Prestiti privilegiati
Poiché i prestiti per gli ex-INPDAP sono concordati dall’Istituto di previdenza con diversi attori finanziari, si parla di ‘prestiti privilegiati’. Ricordando sin da subito che ciascuna rata non può superare il 20% di pensione e stipendio (il famoso ‘quinto), al netto delle ritenute. Ma quali sono? Prima di tutto, c’è il cosiddetto Piccolo Prestito (esattamente Piccolo Prestito Gestione Pubblica), emesso direttamente dall’INPS. Da tenere presente: * Il TAN, tasso di interesse annuo, per il 2016 è fisso al 4,25% e la rata mensile è costante. * Il calcolo del TAEG va addizionato di una cifra pari allo 0,5% relativo alle spese di amministrazione e al premio fondo rischi, variabile in base all’età di chi chiede il prestito e al numero di rate. E quanto si può chiedere? Una cifra pari da una a quattro mensilità, con rimborsi tra 12 e 48 mesi.
Importante: per avere un Piccolo Prestito, non bisogna indicare che cosa se ne farà, proprio perché la cifra è limitata. Diverso per altre tipologie di prestiti.
Prestiti finalizzati
Per il Prestito Pluriennale Diretto, ad esempio, che può essere di durata quinquennale o decennale , è necessario finalizzare la richiesta di credito. Acquistare una casa o una autovettura rientrano in questa lista dei desideri soggetta a regole precise, così come eventuali ristrutturazioni domestiche, cure dentali, matrimoni. Perché solo sapendo la tipologia della spesa da affrontare viene erogata una quantità di importo utile allo scopo.
Ma quali sono i requisiti per accedere a questo prestito pure erogato direttamente dall’INPS per gli ex-INPDAP? Nel caso dei lavoratori in attività, oltre che avere un contratto a tempo indeterminato, bisogna avere maturato almeno quattro anni di anzianità lavorativa e di versamenti contributivi alla Gestione Unitaria. Per chi invece ha un contratto a tempo determinato, ma almeno da tre anni, è prevista una particolare garanzia, il TFR, cioè il trattamento di fine rapporto. Da considerare poi: se il rapporto lavorativo si esaurisce, ovviamente la durata del prestito non può surclassarlo! Quindi, è vincolato alla durata della collaborazione. Per i pensionati, essi debbono avere almeno quattro anni di versamento contributivo alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
E il tasso di interesse? Per l’anno in corso, è fisso al 3,50%, aggiuntivo di spese amministrative (0,5%) e del premio fondo rischi. E come si rimborsa? 60 rate mensili per il quinquennale, 120 per il decennale.
Il Prestito Pluriennale Garantito
Ancora prestiti di durata quinquennale o decennale per questi prestiti che vengono definiti ‘garantiti’ poiché è lo stesso INPS a fare da garante nei confronti degli istituti bancari e finanziari con cui sono convenzionati, al fine di erogare crediti agli ex-INPDAP. L’INPS garantisce per “situazioni della vita”, chiamiamole così, importanti: la morte, la perdita del lavoro, la riduzione dello stipendio.
Pure per tale prestito, i requisiti di accesso sono simili a quelli del Prestito Pluriennale diretto, ovvero essere dipendenti a tempo indeterminato con almeno quattro anni di contributi previdenziali alle spalle, che scendono a due se si tratta di invalidi, mutilati di guerra, decorati al valor militare. E pensionati con almeno 4 anni di versamento contributivo alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Come è il tasso di interesse? Questo risulta essere variabile in base all’istituto con cui è convenzionato l’INPS e da dove arriva la cifra. Ma è sempre il TAEG, il tasso annuo effettivo globale, che ‘contiene’ spese accessorie e TAN, tasso di interesse annuo, a dover essere preso in considerazione e anche a dover essere confrontato tra differenti soluzioni per capire quale è il migliore vantaggio per noi. Ulteriori cifre che pesano poi sul conteggio finale riguardano il premio per il rischio di insolvenza: sono di 1,5% se il prestito è quinquennale, pari al 3% se è decennale. Un’aggiunta a tutto ciò riguarda l’età: se chi chiede il prestito ha più di 65 anni, per le due tipologie la percentuale si maggiora di una spesa dal 2 al 4% a seconda della durata del prestito.
È utile sapere che, sempre curiosando nel sito dell’INPS, www.inps.it, si può trovare uno strumento in grado di simulare l’eventuale prestito, partendo da stipendio/pensione mensile e dalla data di nascita dell’interessato, calcolando importo, tasso di interesse, il numero delle rate (si parla persino di ‘rata ideale’) e della loro durata.
Quali sono i tempi per ottenere i prestiti?
Nel momento in cui si richiede un prestito, in genere il periodo di attesa per ottenerlo oscilla tra i due mesi per il Piccolo Prestito e i tre per il Prestito pluriennale diretto e quello garantito.