Se si vuole cambiare l’automobile, organizzare il proprio matrimonio, rinnovare l’arredamento di casa o semplicemente fare – o farsi – un regalo importante come una vacanza, ma non si hanno a disposizione i mezzi finanziari necessari, è possibile richiedere un prestito personale. Meno impegnativo e più semplice da ottenere rispetto ad un normale finanziamento, il prestito personale è un particolare “prodotto di credito al consumo” erogato ai privati da un istituto bancario o da un altro istituto finanziario abilitato. Forma di prestito non finalizzato (ossia, non legato all’acquisto di uno specifico bene e/o servizio) molto apprezzata e richiesta, prevede che la somma finanziata (a tasso di interesse fisso o variabile) venga rimborsata nel rispetto di un “piano di ammortamento a rate costanti”. Le offerte di prestito personale, anche online, non mancano, ma scegliere la miglior proposta non è sempre facile. Scopriamo, insieme, cos’è un prestito personale, quali sono i requisiti necessari per richiederlo e quali sono gli elementi da valutare prima di sottoscrivere un contratto.
Contenuti
- 1 Chi può richiedere un prestito personale?
- 2 Quali elementi deve contenere un contratto di prestito personale?
- 3 Che cos’è il TAEG? E quali criteri specifici bisogna valutare?
- 4 E’ possibile recedere dal contratto di prestito personale? E cosa accade in caso di estinzione anticipata?
- 5 Cosa accade in caso di mancato o ritardato pagamento di una rata?
Chi può richiedere un prestito personale?
Un prestito personale può essere richiesto da chiunque abbia un’età compresa tra i 18 ed i 70 anni (anche se il limite massimo di età può essere oggetto di modifica in corso d’istruttoria) e possa dimostrare di avere “capacità di rimborso“. La capacità di rimborso si dimostra attraverso la presentazione della busta paga (per i lavoratori dipendenti), della Dichiarazione dei Redditi (per i lavoratori autonomi) o del Cedolino della pensione (per i pensionati).
Chi non può presentare nessuno di questi documenti, o abbia una capacità di rimborso non sufficiente, può ottenere il prestito personale presentando la garanzia di un terzo fideiussore (dotato, ovviamente, di documentata e adeguata capacità di rimborso).
Per limitare il rischio d’insolvenza, in alcuni casi, molti istituiti propongono al richiedente di sottoscrivere un prodotto assicurativo (“credit protection insurance”) che vada a coprire il “rischio perdita d’impiego” o il “rischio morte”. Nel caso in cui finanziato perda il lavoro o venga a mancare, dunque, sarà la Compagnia Assicuratrice a provvedere all’estinzione del prestito. E’ importante verificare che, in caso di adesione obbligatoria ad una polizza assicurativa, il TAEG sia comprensivo del suo relativo costo.
E’ bene ricordare che un richiedente “protestato” o che ha in essere altri contratti di finanziamento possa vedersi rifiutata la concessione del prestito personale; il rifiuto in quest’ultimo caso è motivato dall’esigenza di evitare situazioni di sovra-indebitamento.
Quali elementi deve contenere un contratto di prestito personale?
Il contratto di prestito personale stabilisce “le condizioni secondo cui la Banca o la Finanziaria concedono una certa somma di denaro ad un soggetto che si impegna a restituirla in un determinato arco di tempo mediante il pagamento di rate”; per essere valido, oltre ad essere sottoscritto da entrambe le parti, deve contenere una serie d’informazioni obbligatorie (stabilite dalla normativa attualmente in vigore):
- la tipologia del finanziamento;
- l’esatto ammontare del prestito e le modalità del finanziamento;
- il numero, l’ammontare e la scadenza delle singole rate;
- il Tasso Annuo Effettivo Globale (meglio conosciuto come TAEG), applicato;
- il dettaglio delle “condizioni analitiche” che permetta l’eventuale modifica del TAEG;
- l’importo e la causale degli oneri non compresi nel TAEG (spese di istruttoria. spese di invio rendiconto periodico, eventuali spese di assicurazione e costi relativi al ritardo nei pagamenti)
- le eventuali garanzie richieste.
Una volta stipulato il contratto di prestito personale, se il contratto stesso lo prevede e se il cliente ha sottoscritto la specifica clausola relativa, l’istituto finanziario – previo giustificato motivo – ha la facoltà di modificare le condizioni stabilite, ma non può intervenire sul tasso d’interesse. E’ bene comunque precisare che, salvo espressa previsione contrattuale nessun importo può essere richiesto o addebitato al cliente.
Che cos’è il TAEG? E quali criteri specifici bisogna valutare?
Prima di sottoscrivere un contratto di prestito personale è bene confrontare offerte diverse e considerare, in particolar modo il TAEG applicato. Il TAEG è ” una misura, espressa in termini percentuali, con due cifre decimali e su base annua, del costo complessivo del finanziamento”; rappresenta “il costo effettivo del prestito che il cliente dovrà corrispondere all’erogatore espresso in termini percentuali“. Non va confuso con il TAN (Tasso Annuo Nominale), un indicatore parziale che sebbene comprende il tasso d’interesse applicato, non tiene in considerazione gli altri oneri.
Altri criteri specifici da non sottovalutare sono:
- Politiche di rischio: ogni Istituto le delinea in base ai dati statistici a disposizione (credit scoring) al fine di tenere sotto controllo le insolvenze.
- Livello di reddito del richiedente
- Affidabilità creditizia del richiedente. Non si tratta di una valutazione morale, ma di una stima del “livello di rischio connesso a ciascuna richiesta”, anche in relazione dei rapporti di credito forniti dalle “Centrali Rischi”.
E’ possibile recedere dal contratto di prestito personale? E cosa accade in caso di estinzione anticipata?
Il cliente ha la possibilità di recedere, senza alcun costo e senza il consenso dell’Istituto finanziario, dal contratto di prestito personale entro 14 giorni a partire dalla stipula dello stesso.
Inoltre, è sempre possibile estinguere anticipatamente il prestito. Chi sceglie di esercitare questa opzione è tenuto a rimborsare il capitale residuo ancora dovuto, maggiorato di una penale che, per la normativa in vigore dal 1° giugno 2011, non può essere superiore all’1% dell’importo finanziato (0,5% se la vita residua del contratto è pari o inferiore a un anno). Non bisogna dimenticare però “non è dovuta nessuna penale se l’importo rimborsato anticipatamente corrisponde all’intero debito residuo ed è pari o inferiore a € 10.000”.
Cosa accade in caso di mancato o ritardato pagamento di una rata?
E’ fondamentale comprendere che il ritardato, o mancato, pagamento di una o più rate si traduce in un’inadempienza nei confronti dell’Istituto finanziatore e può comportare gravi conseguenze:
- gli interessi dovuti subiscono un aumento, dovuto all’applicazione di una mora;
- compromissione della reputazione creditizia dovuta alla probabile segnalazione alla “Centrali Rischi” e/o all’inserimento nella “lista dei pagatori ritardatari” e/o segnalato agli enti di tutela del credito (le Centrali Rischi).
Il “mancato puntuale pagamento” di una rata può portare alla risoluzione del contratto di prestito personale da parte dell’Istituto finanziatore. In questo caso, il cliente dovrà sostenere tutti gli oneri bancari e di protesto; saranno a suo carico anche tutte le spese sostenute dall’Istituto per recuperare le somme dovute ed eventuali penali.
In considerazione di ciò, se il cliente prevede di non riuscire a pagare nei tempi stabiliti una rata può comunicarlo all’intermediario di credito e trovare una soluzione alternativa. Molti istituiti finanziatori, infatti, prevedono la possibilità di modificare l’importo di una rata o di saltarla.