Cos’è la Cassa Depositi e Prestiti? Di cosa si occupa? Ecco una breve guida, che ti illustrerà il funzionamento e le principali attività svolte da tale ente, ed in più farà luce sul sistema delle obbligazioni e dei finanziamenti. Si tratta, difatti, di un’istituzione estremamente importante per il nostro Paese, per via delle operazioni che gestisce e per gli interventi che svolge, che mirano a risolvere, quando necessario, eventuali problemi economici.
La Cassa Depositi e Prestiti ha una storia piuttosto lunga: venne fondata, difatti, a Torino nel 1850, e serviva a gestire il sistema dei prestiti a medio termine pensati per le piccole istituzioni, allo scopo di favorire lo sviluppo delle infrastrutture. In pratica, la Cassa Depositi e Prestiti racimolava i soldi e i risparmi dei cittadini e li incanalava verso le amministrazioni locali (Comuni, Province, Regioni), che a loro volta li utilizzavano per lavori di restauro o per costruire strade, palazzi, scuole, ecc.
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Cassa Depositi e Prestiti: l’evoluzione negli anni
Alle origini, la Cassa Depositi e Prestiti era pensata come una Banca protetta dallo Stato, dunque vincolata da particolari condizioni e sottoposta a costanti controlli: essa serviva per raccogliere i risparmi dei cittadini, attraverso la cessione di libretti di risparmio o la vendita di Titoli di Stato. Tutto ciò era necessario per far fronte alle difficoltà economiche in cui versavano le casse statali: ai clienti, infatti, venivano proposti titoli con un tasso d’interesse sicuro e vantaggioso, e i capitali così ottenuti, venivano reinvestiti in lavori di pubblica utilità, al fine di mantenere vivo il ricircolo del denaro.
Con il passare degli anni, comunque, la Cassa Depositi e Prestiti si è progressivamente sganciata dal controllo statale, diventando un ente a se stante, e tuttavia mantenendo il suo ruolo fondamentale: quello di sovvenzionare le amministrazioni locali. Oggi è divisa in quote cui partecipano altre Banche ed Istituti (per il 30%) e quote mantenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (il rimanente 70%).
Cos’è oggi la Cassa Depositi e Prestiti
Al giorno d’oggi, dunque, la Cassa è un istituto ibrido, diviso tra partecipazioni private e controllo statale. Il presidente e l’amministratore delegato, tuttavia, rispondono ancora al Ministro dell’Economia e vengono incaricati da esso: una misura necessaria, dato che l’ente si trova a gestire un capitale che ammonta a 230 miliardi di euro!
Il suo ruolo principale, dunque, riguarda la gestione dei risparmi dei cittadini italiani, attraverso il rilascio di buoni fruttiferi o libretti postali garantiti dallo Stato: si tratta di titoli ‘protetti’ e sicuri, fondamentali per tenere sotto controllo i capitali e reinvestirli in opere volte al miglioramento dell’economia del Paese.
Principali compiti della Cassa Depositi e Prestiti
La Cassa opera principalmente in due ambiti: la gestione separata, che riguarda la raccolta del risparmio postale e la relativa distribuzione della somma attraverso finanziamenti finalizzati alle Pubbliche Amministrazioni e agli Enti Locali: Regioni, Province e Comuni, dunque, ricevono in tal modo le sovvenzioni necessarie per dare avvio a lavori di pubblica utilità.
Il secondo campo, detto gestione ordinaria, esula dal controllo dello Stato e riguarda l’emissione di Titoli e Obbligazioni: si tratta di operazioni gestite in maniera autonoma, e i proventi vengono destinati alla fornitura di servizi di vario genere (miglioramenti nelle infrastrutture, bonifiche, ecc.). In tal modo, la Cassa Depositi e Prestiti può acquisire partecipazioni all’interno di quelle aziende d’interesse nazionale, o che operano nel campo della ricerca e dello sviluppo: ad esempio, essa detiene il 27% della società ENI, il 30% di SNAM e il 30% della ditta, che si occupa di fornitura elettrica, Terna.
Tale libertà di investimento ha fatto sì che la Cassa Depositi e Prestiti ricoprisse un ruolo sempre più determinante nel mantenimento degli equilibri economici, e in parte politici, del Paese.
Le Obbligazioni della Cassa Depositi e Prestiti
Le obbligazioni della Cassa Depositi e Prestiti, la cui ultima emissione risale circa ad un anno fa, sono investimenti abbastanza sicuri, della durata di sette anni, che contemplano un tasso d’interesse del 1,75% lordo annuo per i primi due anni. Il tasso diviene variabile a partire dal terzo anno in poi, ma grazie alla tassazione agevolata, che ammonta al 12,5% sugli interessi percepiti, le obbligazioni risultano comunque abbastanza vantaggiose.
Per acquistarle è necessario un capitale iniziale di almeno 1000 euro, per un massimo di 100.000, e l’impegno è valido per un periodo di sette anni (dal 2015 al 2022), trascorso il quale lo Stato rimborserà interamente la somma. L’offerta complessiva da parte dello Stato è pari a un miliardo di euro, ed è valida soltanto per i cittadini residenti in Italia.
Si tratta di obbligazioni dal tasso misto e dal valore variabile: esso dipende, difatti, dalla domanda e dall’offerta e dalle variazioni del tasso d’interesse, ed è questa la principale differenza rispetto ai Titoli di Stato tradizionali.
Conviene acquistare le Obbligazioni della Cassa Depositi e Prestiti?
Come dicevamo, il tasso d’interesse variabile può creare fluttuazioni nel valore di tali obbligazioni; dopo il periodo iniziale della durata di due anni, difatti, il cliente riceverà una cedola trimestrale indicizzata all’Euribor a tre mesi, con una maggiorazione non inferiore allo 0,50%; allo scadere dei tre mesi, verrà infine stabilito il tasso definitivo. Tutto ciò rende l’investimento meno sicuro, rispetto ai comuni Titoli di Stato o ai buoni postali, mentre la tassazione agevolata compensa tali aspetti, rendendo comunque il pacchetto abbastanza conveniente.