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Prestiti a protestati e cattivi pagatori

Protestati o cattivi pagatori? Si parla sempre ovviamente di vulnerabilità finanziaria, ma la normativa in proposito distingue bene tra le due ‘categorie’. Il protestato è colui che può finire nel Registro Informatico dei Protestati della Camera di Commercio, per una insolvenza piena.

Il cattivo pagatore ha problemi nel restituire un prestito richiesto, ma poi lo salda, senza arrivare a essere imprigionato nelle ‘maglie’ della rete del protesto. In questo caso, comunque, si viene schedati nelle cosiddette Centrali di Rischio che i diversi istituti finanziari consultano ogni volta che qualcuno si rivolge a loro per chiedere un aiuto economico.

E come ottenere un nuovo prestito se si è protestati o cattivi pagatori? Si è messi entrambi in un calderone di sfiducia generalizzata nei nostri confronti o c’è una possibilità di uscire fuori dal nostro stato di sofferenza finanziaria?

Un po’ di chiarezza

Cerchiamo di fare chiarezza, partendo da una semplice informazione: che cos’è esattamente un ‘protesto’? Si tratta di un atto pubblico che evidenzia come il debitore non abbia onorato il pagamento di un debito nei confronti di un creditore che quindi si rivolge alla legge per riaverlo, può cioè ‘levare il protesto’.

Gli ufficiali levatori, cioè incaricati della levata del protesto (ufficiali giudiziari, notai e segretari comunali) inviano il primo giorno di ogni mese al presidente della Camera di commercio l’elenco dei protesti levati per il mancato pagamento di pagherò cambiari, cambiali tratte accettate ed assegni bancari, nonché l’elenco dei protesti per mancata accettazione di cambiali. Infatti sono proprio le camere di commercio a ‘gestire’ l’elenco dei protestati che per incrementare la trasparenza dei rapporti commerciali, li inseriscono nel Registro Informatico, entro dieci giorni dalla ricezione della segnalazione. La registrazione informatica assicura completezza, omogeneità e tempestività delle informazioni su tutto il territorio nazionale. Ciascun protesto è conservato lì per cinque anni dalla data di registrazione e scompare dopo tale data anche se il debito non è stato saldato.

Naturalmente, si viene tolti entro 12 mesi dalla levata del protesto e dall’inserimento nel triste elenco per avvenuto pagamento, per illegittimità o erroneità del protesto, per riabilitazione.

Quindi ci si rivolge alla camera di commercio con la documentazione necessaria in particolare nel caso di cambiali a questo punto pagate. Discorso leggermente diverso per cancellare il protesto di un assegno bancario: è invece necessario richiedere e ottenere la riabilitazione attraverso il Tribunale competente per zona o residenza.

E il cattivo pagatore?

E veniamo al cattivo pagatore: lo è chi ha ritardato il pagamento di una o più rate di finanziamento. Solo un ritardo, certo, ma c’è la possibilità di essere inseriti nei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC), dove si rimane fino a 36 mesi. Ciò significa che in tutto questo tempo diventerà molto più difficile chiedere un nuovo credito.

Ma cosa sono i SIC?

Nel nostro paese ci sono la CRIF (Centrale Rischi Finanziari), l’Experian Cerved Information Service (nato dall’unione di Experian e Cerved Group), il CTC (Consorzio Tutela del Credito).

Come arrivano qui i dati di uno che ha semplicemente un ritardo di pagamento? Sono gli istituti di credito a passare i relativi dati di insolvenza, rispettando i criteri di privacy secondo un codice deontologico entrato in vigore nel 2005 e naturalmente con una certa tolleranza, nel senso che la comunicazione verso i SIC parte dopo che il non pagamento non avvenga oltre i due mesi consecutivi dalla scadenza. Anche in questo caso, tuttavia, almeno 15 giorni prima la banca o la finanziaria avvisano del rischio di finire nell’elenco, per dare la possibilità di regolarizzare la posizione.

Ma per quanto tempo si rimane visibili nei SIC, se non si paga?

prestiti cattivi pagatori

In genere:

  • 12 mesi per ritardi nel pagamento di 1 o 2 rate;
  • 24 mesi per ritardi nel pagamento di 3 o più rate;
  • 36 mesi in caso di prestiti non rimborsati o con morosità gravi.

Ma si può avere un nuovo prestito?

A questo punto, sia da protestato sia da cattivo pagatore, come ottenere un nuovo prestito?

Tra le soluzioni, legate però a chi è lavoratore dipendente o pensionato, c’è la cessione del quinto di stipendio o pensione, ovvero un reddito fisso dimostrabile e già di per sé ‘garante’ e in grado di azzerare il pericolo di insolvenza. Infatti la rata viene trattenuta direttamente in busta paga o sulla pensione.

Se il ricorso al quinto non è sufficiente, però, esiste la formula del cosiddetto prestito del ‘doppio quinto’: la rata cioè può arrivare fino alla cessione di due quinti dello stipendio mensile, il che la rende fruibile solo ai lavoratori dipendenti.

Ancora i dipendenti sono ‘privilegiati’ rispetto ad altre forme di lavoratori, come gli autonomi, se invece della cessione del quinto (o del doppio quinto), optino di dare in garanzia il proprio TFR, trattamento di fine rapporto, la liquidazione, insomma.

Un’ulteriore alternativa riguarda la fidejussione, in base alla quale un’altra persona può garantire il rimborso delle rate al posto del debitore principale.

Da ricordare inoltre i prestiti con la sottoscrizione di cambiali con tassi di interessi e rate fisse. Nonché la richiesta di un finanziamento mettendo come garanzia i propri immobili con una ipoteca ad hoc. Fortunatamente, un tale tipo di procedura può essere richiesta anche da chi non ha la possibilità di dimostrare di avere un reddito mensile fisso e la sua abitazione o i suoi beni diventano così la sua personale fonte di garanzia per accedere al prestito, eliminando almeno in questa occasione, il gap tra i privilegi dei dipendenti (che già hanno vantaggi solo per il fatto di esserlo!) e chi non solo non ha la sicurezza di uno stipendio, ma rischia di sprofondare ancora di più nel buco nero di una esistenza priva di certezze.

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