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Prestito d’onore, 4 cose da sapere

Con prestito d’onore si intende in genere una particolare forma di finanziamento rivolta ai più giovani per permettere loro di aprire la propria impresa o di cominciare a lavorare come liberi professionisti.
Grazie a questa forma di prestito, che tecnicamente viene definito “agevolazione al credito”, possono di norma accedere ad un finanziamento anche persone a cui in altre circostanze non verrebbe concesso un normale prestito personale, ad esempio perché privi di una fonte di reddito stabile. Non solo: in molti casi sono previste particolari agevolazioni anche per il rimborso di un prestito d’onore, rendendo questo tipo di finanziamento davvero interessante e in grado di dare un aiuto concreto a chi sogna di mettersi in proprio. Vediamo quindi 4 cose da sapere sul prestito d’onore.

Prestito d’onore: cos’è e come funziona

Il prestito d’onore, tecnicamente, è un’agevolazione al credito che viene concessa ai giovani tra i 18 e i 35 anni che vogliono aprire un’attività imprenditoriale o lavorare come liberi professionisti e che non possono accedere ad un prestito tradizionale per mancanza dei requisiti richiesti.
Di solito la cifra richiesta viene erogata in due momenti: il primo 50 per cento viene erogato a fondo perduto, il restante 40 per cento, invece, viene concesso sotto forma di mutuo a tasso agevolato.

Chi può richiedere un prestito d’onore: i requisiti

Nonostante vi possa accedere anche chi non ha i requisiti per richiedere un normale prestito bancario, non tutti possono richiedere un prestito d’onore. Quali sono quindi i requisiti necessari per richiedere questo particolare tipo di finanziamento? Il primo requisito fondamentale è ovviamente quello di essere maggiorenni; è inoltre necessario essere cittadino italiano da almeno sei mesi. Il richiedente che intende intraprendere un’attività imprenditoriale in proprio grazie ad un prestito d’onore deve risultare inoccupato. Per quanto riguarda l’apertura di una futura attività imprenditoriale, questa dovrà essere svolta all’interno del nostro Paese e deve essere prevista per almeno cinque anni dall’ammissione all’agevolazione: il richiedente deve quindi impegnarsi a non cederla prima che sia trascorso questo periodo di tempo. Nel caso di una attività imprenditoriale aperta da una società di persone è richiesto che almeno la metà dei soci, al momento della presentazione della domanda, risulti in stato di inoccupazione o di disoccupazione.

Prestito d’onore: come richiederlo

Per richiedere un prestito d’onore è necessario compilare online l’apposita domanda e successivamente inviarla in formato cartaceo a Invitalia. Il finanziamento verrà eventualmente concesso a seguito dell’approvazione della richiesta da parte dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione d’Investimenti lo Sviluppo d’Impresa.
Se la richiesta di erogazione di un prestito d’onore viene accettata, prima dell’erogazione della somma c’è un ulteriore obbligo per il richiedente, che dovrà infatti frequentare i seminari informativi proposti da Invitalia. Una volta conclusa questa parte dell’iter, se il candidato viene ritenuto esperto, potrà beneficiare delle agevolazioni.

A quanto ammonta un prestito d’onore e come rimborsarlo?

Un prestito d’onore per cominciare la propria attività di lavoratore autonomo non può superare i 25.823 euro, mentre se si volesse aprire una nuova attività imprenditoriale, anche sotto forma di società di persone, possono essere erogati fino a 129.000 euro. Questi soldi potranno essere utilizzati per ristrutturare i locali che ospiteranno la nuova attività, per acquistare macchinari e altre attrezzature oppure materiale di consumo necessario per svolgere l’attività o per pagare utenze o canoni di locazione, ovviamente sempre inerenti all’attività.
Nel primo caso per la quota da restituire è previsto un tasso di interesse agevolato che corrisponde al 30 per cento circa del tasso in vigore al momento della sottoscrizione del contratto. Il prestito è da restituire in genere in cinque anni, mentre gli investimenti iniziali e le spese sostenute nel primo anno di attività sono finanziate da un contributo a fondo perduto.

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