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Prestito d’onore: è davvero una buona idea?

La risposta è certamente sì, poiché si tratta di una agevolazione al credito indirizzata ai giovani, volenterosi e pieni di idee, decisi a realizzare il proprio sogno nel cassetto anzi, la propria impresa. Già, perché mettere su una attività in ambito commerciale e nella produzione di beni e servizi, se si ha tra i 18 e i 35 anni e se si è inoccupati o disoccupati da almeno sei mesi, con il prestito d’onore è una possibilità concreta. I contributi che vengono erogati sono 50% a fondo perduto, 50% da rimborsare come un normale prestito personale ma con tassi agevolati.

Altri requisiti

Tra gli altri requisiti importanti: essere residenti nel territorio italiano almeno da sei mesi alla data di presentazione della domanda (se si è extracomunitari serve anche il permesso di soggiorno valido) e l’intenzione di portare avanti l’attività che verrà finanziata per cinque anni. Inoltre, chi richiede il prestito d’onore non deve avere la partita Iva né accettare, nel corso di questi cinque anni, lavori a tempo indeterminato. Abbiamo detto che bisogna essere inoccupati e-o disoccupati, non vale quindi lo status di cassintegrato.

Come si richiede il prestito d’onore?

Una volta stabilito che i requisiti per richiedere tale finanziamento sono tutti a posto, bisogna partecipare a un bando specifico, che viene in genere istituito dalle diverse regioni d’Italia. A gestire le richiese è la Invitalia (www.invitalia.it), l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia.

I settori dedicati

Tre sono i settori dedicati per ricevere il finanziamento: le microimprese, il franchising, il lavoro autonomo, attività legate al commercio e alla produzione di beni e di servizi. Non rientrano in questo quadro le attività agricole, ittiche e di acquicultura in genere. Entriamo nel dettaglio.

La microimpresa

Per le microimprese, si può ricevere fino a un massimo di 129.114 euro, da usare ad esempio per ristrutturazione di immobili (10% degli investimenti ammissibili), attrezzature, impianti , macchinari e allacciamenti; materiali di consumo, utenze varie e affitti Nell’agevolazione è previsto, durante il primo anno di attività della neosocietà, un contributo a fondo perduto del 100% relativo alla copertura delle spese fino a un massimo di 12mila euro.

Il franchising

Per l’attività di franchising, il prestito d’onore ammette nel finanziamento subito la somma di ‘affiliazione’ della neonata società (qui non si prevede la costituzione di cooperative). Anche in questo caso il finanziamento prevede una cifra a fondo perduto relativa alle spese e ai costi di gestione per il via dell’impresa nel primo anno di attività (utenze, canoni d’affitto, assicurazione sui beni finanziati). E pure qui è considerata nel prestito la ristrutturazione di immobili (10% degli investimenti ammissibili).

prestito d'onore

Il lavoro autonomo

Per l’avvio del lavoro autonomo, cioè una ditta individuale, il massimo erogabile è pari a 25.823 euro e gli investimenti ammissibili riguardano tra l’altro attrezzature, impianti , macchinari e allacciamenti delle diverse utenze e, come per le altre categorie, la ristrutturazione di immobili, ma solo per il 10% del finanziamento stesso. Inoltre, è previsto un contributo a fondo perduto fino a 5.165 euro per le spese di gestione del primo anno. Proprio nel caso del lavoro autonomo, ci sono ulteriori agevolazioni e diverse modalità di rimborso del capitale. In particolare, per investimenti che oscillano dai 5.100 euro alla massima cifra erogabile di 25.823, da considerare: un contributo a fondo perduto pari al 40% dell’importo totale dell’investimento; un prestito a tasso agevolato uguale al 60% dell’importo totale dell’investimento; un contributo a fondo perduto, per un capitale massimo di 5.100 euro circa.

Ancora una possibilità per un investimento non superiore ai 5.100 euro, per il quale si ha un contributo a fondo perduto, per un importo non superiore ai 5.100 euro e un prestito a tasso agevolato per l’importo complessivo dell’investimento. Inoltre, è contemplato un contributo a fondo perduto per gli investimenti iniziali di gestione del primo anno di attività, un finanziamento a tasso agevolato pari al 30% del tasso di interesse richiesto in fase contrattuale ed un piano di ammortamento di 5 anni con un importo massimo di 15mila euro.

Da ricordare per ogni soluzione: tutte le spese sostenute prima che l’ammissione al prestito sia effettiva, non vengono rimborsate. Inoltre, non è possibile rilevare un’azienda già esistente.

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