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Xchange, leasing di Uber: come funziona e quanto costa

Negli ultimi tempi abbiamo perfettamente imparato a conoscere Uber, se non come fruitori dei loro servizi quanto meno per aver letto sulle pagine di cronaca le continue polemiche con i tassisti, che vedono come una forma di concorrenza sleale questo sistema di trasporto automobilistico privato che funziona attraverso un’app, ovvero un’applicazione software mobile che mette in diretto collegamento passeggeri e autisti, a prezzi molto vantaggiosi. Un sistema che invero viene ritenuto illegale anche da molti tribunali di diversi Paesi, che a colpi di sentenze stanno frenando la crescita sul mercato della società. Nata negli Usa e poi sbarcata anche in Europa, Italia compresa, Uber necessita da tempo di allargare il proprio parco automobilisti, che a loro volta hanno bisogno di veicoli: ecco perché l’ultima novità appena introdotta sul mercato è Xchange, che altro non è che un servizio di leasing, nato dalla partnership tra la Uber e la Toyota. Obiettivo dichiarato: arrivare a 100mila autisti su strada, a completa disposizione di Uber.

Come funziona Xchange

Tutto il processo di leasing, dal finanziamento dei veicoli al recupero stesso in caso di mancato pagamento del canone, è gestito dalla società Xchange, che è una controllata della stessa Uber, che ha ottenuto dalla banca Goldman Sachs un’ampia linea di credito da ben 1 miliardo di dollari, attraverso cui finanziare i nuovi contratti di locazione di auto. Tale contratto di locazione risulta essere lungo 28 pagine ed ha una durata di tre anni, e prevede per gli aspiranti guidatori che vogliono prendere l’auto in leasing il pagamento di un anticipo pari a 250 dollari, e ogni settimana una quota che viene dedotta in automatico dai proventi delle corse effettuate.

Costi e stime

Conviene questo leasing auto concesso da Uber? Dando un’occhiata da vicino ai costi, alcuni analisti ritengono non sempre efficace questo sistema per gli utenti che vogliono acquistare l’automobile, i quali al termine dei tre anni dovranno sborsare la somma relativa al valore residuo della vettura per entrane legalmente in possesso. Ad esempio per una 2016 Chevrolet Cruze, alla fine dei tre anni si pagherebbe, in base a quanto calcolato da questi analisti, circa 36mila dollari, quando in una concessionaria la si trova a 16mila. Tuttavia Xchange prevede una flessibilità delle norme ben più ampia rispetto ad altri contratti di locazione del settore leasing auto: dopo i primi 30 giorni dalla stipula del contratto, l’utente può rescindere e restituire la vettura a Uber con due settimane di preavviso e senza alcun costo aggiuntivo, rimettendoci unicamente i 250 dollari di anticipo. Inoltre il sistema di leasing auto Xchange è a chilometraggio illimitato e offre la manutenzione ordinaria, al contrario della concorrenza.

Sono state poi fatte delle stime che riguardano il costo medio settimanale per l’utente: secondo l’agenzia di credito Experian, il pagamento medio per un contratto di locazione di un’automobile è di 96 dollari a settimana, al contrario con il programma di Uber la cifra sale intorno ai 130 dollari. Dunque sembrerebbe poco conveniente, eppure, anche in questo frangente, Uber funge da modello per la concorrenza.

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Leasing auto nella mobilità condivisa

A dispetto delle criticità legali certificate dai tribunali e dell’aspra avversione manifestata dal sistema taxi, il futuro del settore pare proprio essere la mobilità condivisa, che sposa in pieno l’ideologia di quest’epoca dominata dalla diffusione virale del web e della tecnologia digitale. E che il finanziamento leasing auto faccia gola a tutti i principali vettori lo dimostra il fatto che il modello Xchange, al netto dei dubbi su costi prima elencati, abbia già fatto proseliti: dopo l’accordo stretto dalla Uber con la Toyota infatti, è giunta l’immediata replica della Volkswagen, che ha deciso di investire circa 300 milioni di euro nella Gett, una piccola azienda israeliana che fornisce un servizio simile a quello di Uber, mentre la General Motors ha acquistato per 500 milioni di dollari una quota di Lyft, che negli Usa rappresenta il maggior concorrente di Uber.

E in ultimo citiamo la Apple, che ha appena sborsato 1 miliardo di dollari per acquisire la cinese Didi Chuxing Technology, l’ultima novità tecnologica di quello che gli esperti chiamano ride hailing (il servizio di trasporto tramite app come viene definito in contesto anglo-americano), l’acclamata gallina dalle uova d’oro del settore trasporti, almeno per tutti coloro che hanno deciso di investirci a suon di dollari.

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